Per una volta dobbiamo contraddire il poeta Fabrizio De Andrè: non è vero che dai Diamanti non nasce nulla. Nel calcio per lo meno, da Diamanti salta fuori un business da oltre 20 milioni di euro. Stiamo dando i numeri? Niente affatto. Il Diamanti in questione è Alessandro, alias “Alino”, fantasista del Bologna che è in procinto di volare in Cina. Il Bologna sta facendo di tutto per resistere alla tentazione di non cedere il suo unico vero gioiello raro, ma i campioni di Cina del Guangzhou, per Diamanti offrono fino a 9 milioni di euro.
Come dire di no? Se poi aggiungete che il Guangzhou è allenato da Marcello Lippi, sangue toscano come l’Alino - pratese di Santa Lucia - che per di più è sposato con Silvia Chiayi Hsieh (ex conduttrice della trasmissione musicale “Top of the pops” e laureata in Economia alla Bocconi), nata a Taipei da genitori cinesi, come si fa a rifiutare la chiamata? Una convocazione d’oro peraltro, perchè a 30 anni suonati questa è davvero l’occasione della vita per Diamanti che andrebbe a firmare un triennale da 12 milioni di euro netti. Quando a 24 anni - nel 2007 - finalmente il Livorno scommise sul genio e sregolatezza di Diamanti, facendolo debuttare in Serie A, era il professionista della massima serie meno pagato. «Mi davano 50mila euro l’anno», diceva divertito, ma non troppo. Per forza poi migrò in Premier League, nel West Ham di Gianfranco Zola, in cui fece vedere qualche lampo della sua classe psichedelica e mise a segno anche 7 gol, ma certo non lasciò un segno indelebile nella memoria degli inglesi. A Bologna invece il segno lo sta lasciando eccome e la separazione potrebbe essere molto dolorosa, per tutti. L’Alino sotto il ricciolo continua a ripetere «io penso sempre positivo». Lezione appresa non da Jovanotti, ma da nonno Rodolfo, l’84enne presidente della compagine della frazione di Santa Lucia, dove prima dell’Alino erano
germogliati un campione del mondo, Paolo Rossi, e il bomberone azzurro
Bobo Vieri, quest’ultimo allenato dal papà della nostra futura star in Cina, Luciano Diamanti. Su quel campetto «vera scuola di valori», Alino stava dalla mattina alla sera, prima di cominciare a girare mezza Toscana (Prato, Empoli, Fucecchio, Florentia). Nello stupendo piccolo mondo antico del dilettantismo, si mise in luce con gol da metà campo o giocate alla Roby Baggio, «il mio idolo da sempre», conferma l’Alino. E in effetti, per molti tifosi del Bologna, Diamanti è quasi la reincarnazione di Roberto Baggio e come il “codino di Caldogno”, ora anche l’Alino di Santa Lucia sta per fare le valigie per andare a chiudere altrove la carriera. Come un Marco Polo del terzo millennio, più che dove lo porta il cuore, Diamanti va dove lo riempiranno di milioni. Il rovescio della medaglia è che il nuovo eldorado cinese pagherà anche benissimo, ma giocare lì vuol dire chiudere le porte al calcio vero . E quello si gioca in Europa e quindi anche nella pur piccola e meno ricca Bologna.
Ma il Bologna per ora, forse per “salvare” l’amato Alino e per non far piangere (e rimpiangere) i tifosi rossoblù, ha interrotto la trattativa con i cinesi. Un altro caso Guarin sotto le due Torri? Lo scopriremo nelle prossime ore, il mercato di riparazione si chiude il 31 gennaio.