Una scena della seconda stagione della web serie "Stalk" dall'8 novembre su RaiPlay
Stalking via web, cyberbullismo e dipendenza da droghe e farmaci. A Lucca Comics & Games le serie web e tv fanno sul serio ponendo sotto i riflettori problemi di scottante attualità con un taglio avvincente. Arriva dalla Francia la seconda stagione di Stalk, la pluripremiata web serie sugli adolescenti che usando toni diretti e decisamente realistici (la visione della prima serie era consigliata a minori accompagnati), si focalizza sulla sicurezza del web, sul tema dell’accettazione e dell’esclusione sociale, nata da un’idea di Simon Bouisson e Jean-Charles Paugam. La proiezione è stata proposta in anteprima ieri da RaiPlay nella giornata conclusiva di Lucca Comics & Games, accompagnata dal regista Simon Bouisson e dai due protagonisti Théo Fernandez e Aloise Sauvage, nuovo volto della seconda stagione.
La serie sarà poi disponibile in esclusiva su RaiPlay da lunedì 8 novembre con 10 nuovi episodi nei quali si ritroveranno Lucas, alias il giovane genio del computer Lux (interpretato da Théo Fernandez) e la sua amata Alma (Carmen Kassovitz), alle prese con le rispettive nuove vite. Lux, in particolare, è all’inizio del terzo anno alla scuola nazionale francese di scienze informatiche, una delle migliori al mondo. Non si è più reso protagonista di episodi di stalking, come nella prima serie, e insieme agli Stalker’s Hunters (i cacciatori di stalker) è pronto a vincere le elezioni studentesche. Tutto sembra andare bene per lui, quando un misterioso stalker prende il controllo della scuola. Per proteggersi, reagire alle minacce e calmare l’isteria che dilaga in tutto il campus, Lux sarà costretto a ricadere nella sua vecchia dipendenza: lo stalking. «Nella stagione prima vedevamo le cose dal punto di vista dello stalker, di un giovane che per reagire al bullismo si vendica via web, spiando le vite degli altri – dice ad Avvenire il regista Bouisson –. Nella seconda vediamo lo stalker che diventa vittima di un altro stalker. Tutta la stagione è focalizzata su una gioventù che è perseguitata via web e che cerca di farsi giustizia con tutte le implicazioni etiche che ciò comporta». La serie ci avverte di fare attenzione nel rapportarci alla tecnologia, aggiunge il regista: «Siamo sempre incollati ai telefoni cellulari, siamo tutti potenzialmente sorvegliati. Stiamo attenti a quello che si fa perché non abbiamo più spazi di intimità, né spazi nascosti. Tutto quello che facciamo e diciamo può essere rubato ed è tracciato dalle grandi potenze del web». Il protagonista Lux sarà ancora tormentato da dubbi interiori, spiega il giovane protagonista Théo Fernandez: «Lux ha sempre questi contrasti interiori e questa ambivalenza, ma nella sua evoluzione è diventato più sicuro, sa di cosa è capace e si sente meno vittima. Le sue azioni hanno maggiori conseguenze nella seconda serie e lui è diventato più serio, un eroe oscuro». Accanto a lui c’è una nuova eroina, Charlie, che sfata i pregiudizi che l’informatica sia mondo prettamente maschile, sostiene Aloise Sauvage: «Charlie è molto forte, un genio dell’informatica capace di rivaleggiare con Lux che sinora era il numero uno. Di ragazze in gamba nella realtà ce ne sono tante». Mentre si pensa già a una terza stagione per il sito di France Television che coproduce con Silex Film, i feedback del pubblico fioccano allarmati. «Chi ha visto la serie mi dice che adesso ha l’angoscia di essere spiato dal telefonino o dal computer, ma non ha tutti i torti – conclude il regista –. Io scrivo con il mio cosceneggiatore delle idee su metodi di spionaggio tecnologici che sembrano fantasiosi e li mostriamo a degli hacker che ci certificano se sono validi no. La cosa inquietante è che la maggior parte delle volte ci rispondono che sono possibili». Dagli Stati Uniti arriva invece un atto di accusa nei confronti del capitalismo selvaggio capace di giocare in modo cinico con la salute dei cittadini.
Dopesick. Dichiarazione di dipendenza è l’attesa nuova serie in streaming su Disney + il 12 novembre prodotta da Danny Strong e Michael Keaton, che è anche protagonista, e dal regista premio Oscar Barry Levinson ( Rain Man). La serie, di cui a Lucca sono state proiettate in anteprima italiana le prime due di otto puntate, mostra come una sola compagnia abbia innescato la peggiore crisi farmaceutica della storia americana. Dopesick porta gli spettatori nell’epicentro della lotta americana contro la dipendenza da oppioidi. La serie si basa sul libro inchiesta di Beth Macy pubblicato dal New York Times che con precisione ha ricostruito come i membri della famiglia Sackler e la loro Purdue Pharma (che ha dichiarato fallimento nel 2019 dopo essere stata condannata al risarcimento di 8 miliardi di dollari), aiutati da una legislazione lassista, abbiano lanciato sul mercato l’OxyContin nel 1996, un antidolorifico a base di oppioidi, che oggi è visto come l’inizio della epidemia degli oppioidi, che ha ucciso sinora circa 500mila americani e reso dipendenti molti milioni di essi. Complice anche un sistema sanitario basato su assicurazioni private che, specie per i loro assistiti più poveri, sono disposte a pagare solo qualche pillola piuttosto che risolvere dolori cronici con cure adeguate.
La serie ricostruisce gli intrighi della casa farmaceutica per lanciare in larga scala un prodotto potenzialmente pericoloso, sostenendo falsamente che non dia dipendenza sia attraverso una martellante campagna pubblicitaria, sia convincendo con ogni mezzo migliaia di medici a prescrivere le sue pillole per qualunque dolore. Uno di loro è il dottor Finnix (un sempre eccellente Michael Keaton), coscienzioso medico di un piccolo paesino fra i monti Appalachi della Virginia, che cura con amore i suoi pazienti che sono perlopiù minatori affetti da dolori cronici. Convinto di fare il loro bene, si ritroverà a scoprire che diversi di essi diventano dipendenti dalle droghe o muoiono a causa di ciò che lui ha prescritto. Parallelamente seguiamo le indagini di un gruppo di tenaci agenti federali e della poliziotta Rosario Dawson impegnati a partire dal 2002 a sconfiggere le multinazionali, causa di questa crisi nazionale. Michael Keaton è stato motivato a partecipare a questa serie in parte anche perché un suo nipote è morto a causa dell’uso di fentanyl e eroina. «Si viene consumati dalla dipendenza – ha dichiarato Michael Keaton –. Sono orgoglioso di abbracciare queste persone che sono diventate vittime della crisi degli oppioidi».