Pelle d’Ammiraglio, come scrive lo stesso Da Zara «rappresenta il proprio testamento, fornisce dettagli, situazioni, avvenimenti, avventure anche di carattere privato che, come ebbe modo di scrivere Dino Buzzati, rappresentano l’autoritratto di un classico ufficiale di Marina, così come almeno una volta lo sognavano i ragazzi – spiega il capitano di fregata Leonardo Merlini, capo sezione editoria dell’Ufficio storico della Marina Militare –. Buzzati e Da Zara non si conobbero mai, ma l’ammirazione del giornalista per l’ammiraglio restò viva anche dopo la guerra. A 65 anni dalla prima pubblicazione – aggiunge il comandante Merlini – la nuova edizione di Cernuschi e Tirondola è stata arricchita da presentazione, postfazione, tre appendici, un indice dei nomi e una nuova iconografia, in parte inedita, che aiutano a capire la personalità dell’ammiraglio elogiato da Buzzati e definito un 'brillante' ufficiale nel senso migliore del termine, che delle tradizioni marinare fece la propria fede conservando un’ambiziosa e spregiudicata personalità. Un uomo che ammirava i marinai inglesi ma senza complessi d’inferiorità, come dimostrò in battaglia».
Nave Trento (Ufficio storico della Marina Militare)
Nel 1951, infatti, a pochi giorni dalla morte di Da Zara, Buzzati dalle colonne del Corriere della Sera nell’articolo «Il testamento di un ammiraglio» salutò a suo modo il comandante della 7ª Divisione navale. Non fu un «coccodrillo » tirato fuori per l’occasione e neppure un debito pregresso nei confronti di quella Regia Marina che di fatto gli aveva permesso di oltrepassare la scaletta delle sue navi. Il giornalista bellunese che per il Corsera e il Corriere dell’Informazione aveva realizzato numerose corrispondenze da bordo di incrociatori come il «Bolzano», il «Fiume», il «Gorizia», il «Trieste» e dal cacciatorpediniere «Aviere» (le sue corrispondenze sono state raccolte nel 1992 nel libro Il Buttafuoco. Cronache di guerra sul mare, edito da Mondadori), aveva intuito che la figura di Da Zara andava oltre la guerra, al di là della propaganda del tempo. La copertina del libro edito dall'Ufficio storico della Marina