Il 18 ottobre 1976 andava in onda sulla Rai la prima puntata di
Bontà loro. Maurizio Costanzo portava in Italia il talk-show sul modello dei network americani. Sarebbero poi arrivati
Acquario e
Grand’Italia fino al debutto del
Maurizio Costanzo show( nel 1982 su Rete 4) che sarebbe andato avanti per ventisette edizioni consecutive per poi essere ripreso, dopo sei anni, nella passata stagione televisiva, con quattro speciali la domenica in prima serata, e ancora, l’altro ieri, sempre su Rete 4, con ulteriori sei puntate domenicali e l’annuncio di una ripresa in autunno. Si dice, ed è vero, che il talkshow è in crisi, soprattutto quello politico. Ma Costanzo sostiene che la formula del suo sia ancora valida. Fatto sta che è tornato
Ciao Darwin, è tornato
I migliori anni e ora torna il
Maurizio Costanzo showper una tv letteralmente di ritorno incapace di innovarsi. E nella riproposizione dello show un’ulteriore riproposizione interna, quella dell’Uno
contro tutti, che ha permesso di portare sul palco l’ex fotografo dei vip Fabrizio Corona dopo un silenzio di oltre tre anni dovuto alla detenzione in carcere e al successivo affidamento alla comunità Exodus di don Mazzi. Condannato in via definitiva per un gran numero di reati, ha messo insieme più di tredici anni. Adesso è tornato a casa, ma sempre affidato ai servizi sociali. Ha scritto anche un libro:
Mea culpa, con sottotitolo «Voglio che mio figlio sia orgoglioso di me». Ma quello che si è visto domenica sera (per colpa sua, della complicità di alcuni ospiti e prima ancora del conduttore) è stato un altro momento di brutta televisione. Messo a confronto con un gruppo di giornalisti, personaggi dello spettacolo, avvocati e criminologi, Corona ha reagito più volte come il bello e dannato che fu e non certo come colui che si batte il petto per essere di esempio al figlio. Un suo intervento contro Cecchi Paone è stato addirittura censurato dalla produzione che ha tolto l’audio. Abbiamo solo visto il conduttore del Tg4 andarsene indispettito. Nel frattempo Costanzo ritrovava la saccente ironia di un tempo nei confronti della Boralevi (che Feltri addirittura avrebbe voluto strozzare a causa dell’«afflato moralista»). In ogni caso si continua a fare di Corona un personaggio sul quale dividerci, ma che Costanzo, di fatto, beatifica. Nonostante che sulla santità prenda in giro la Boralevi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA schermaglie