Il ritardo dell’Africa del pallone rispetto all’Europa è storia vecchia. Bravi, sì, volenterosi, anche, preparati fisicamente, pure, ma gli africani pagano il prezzo di non considerare il calcio un lavoro ma un divertimento. Sarà pur vero ma il Continente nero, dove ministri e stregoni provano ancora a fare la formazione e un calciatore, di recente in Ruanda, ha fatto la macumba a un palo, viaggia in anticipo sulla culla bianca del pallone nei moderni tornei per nazionali.
Quando in Portogallo, nel 1960, l’Urss alzava la Coppa Henri Delaunay, dal nome dell’ideatore del primo Campionato Europeo, l’Egitto, nel 1957 e ’59, aveva già sollevato due volte la Coppa D’Africa. La storia del Torneo a cadenza biennale, chiamato ufficialmente Coppa delle Nazioni Africane, ricomincia con la 31ª edizione sabato prossimo in Gabon. Il Paese diviso dall’equatore, unito sotto la bandiera verde, gialla e blu, simbolo di foreste, sole e oceano, dopo le elezioni presidenziali di agosto si è diviso in politica ed è quasi precipitato nella guerra civile. Scontri, morti, feriti e arresti hanno poi consigliato il rinvio a luglio delle elezioni parlamentari previste a dicembre. E pensare che il Gabon ospita la Coppa (per la seconda volta dopo il 2012) in sostituzione della Libia dilaniata dalla guerra che ha dovuto rinunciare alla sua organizzazione. Proprio gli osservatori dell’Unione Europea hanno da poco rese note le “anomalie evidenti” che pesano sulla vittoria elettorale del presidente uscente Ali Bongo Ondimba, figlio di Omar Bongo, a sua volta carica più alta del Gabon dal 1967 al 2009, con una differenza minima di 5.594 voti sul rivale Jean Ping.
A fine settembre la Corte Costituzionale aveva convalidato la sua elezione e, così, il proseguimento della dinastia familiare. Ping aveva depositato il ricorso senza farsi troppe illusioni commentando l’atto con un laconico «la torre di Pisa pende sempre dalla parte del potere ». Alla cerimonia di giuramento nella capitale Libreville, il vecchio, nuovo eletto è stato ascoltato da soli quattro presidenti; dagli Stati Uniti e soprattutto dalla ex madrepatria Francia non era arrivato nessuno. Ma ora si gioca e la politica è spinta, a forza, sotto il tappeto verde.
Le 16 nazionali qualificate sono divise in quattro gironi che si disputano a Libreville, Oyem, Port-Gentil e Franceville: Gruppo A: Gabon, Guinea-Bissau, Burkina Faso, Camerun; Gruppo B: Algeria, Zimbabwe, Tunisia, Senegal; Gruppo C: Costa d’Avorio, Togo, Repubblica Democratica del Congo, Marocco; Gruppo D: Ghana, Uganda, Mali, Egitto. Si qualificano ai Quarti le prime due di ogni girone. Nella Coppa d’Africa 2017 si giocano complessivamente 32 partite, tutte alle 17 o alle 20 (ora italiana), trasmesse in diretta tv su Fox Sports (canale 204 Sky). Guidato in panchina dall’ex interista Hector Cuper, dopo un’assenza durata tre edizioni, torna l’Egitto, la squadra che ha in bacheca più trofei, sette. Dalla “doppietta” iniziale ai successi del 1986, 1998, al triplete 2006, 2008, 2010. In campo, oltre al blocco dell’Al-Ahly, la nazionale può contare sul romanista Salah, sul centrocampista dell’Arsenal Elneny, e sul talento di Sobhi, 19enne dello Stoke City. Nella Costa d’Avorio, campione in carica e favorita, anche dai bookmakers, si attende la luce dalle stelle di Manchester: Yaya Tourè (City) ed Eric Bailly (United). In rosa anche gli altri europei Kalou (Hertha), Aurier (Psg), Koné (Sunderland), Bagayoko (St. Truden), Traoré (Basilea) e l’attesissimo Kessié dell’Atalanta. Dei favori del pronostico gode anche il Senegal che può contare sugli “italiani’’ Koulibaly (Napoli) e Keita (Lazio) e sugli “inglesi” Mané (Liverpool), Gueye (Everton), Kouyaté ( West Ham) e Diouf (Stoke). Tra le favorite anche l’Algeria di cui fanno parte Mahrez e Slimani del Leicester miracolo 2016 di Ranieri, Brahimi (Porto), Ghezzal (Lione), Bentaleb (Schalke) il “napoletano” Ghoulam (gioca nel club di Sarri), Mesbah (Crotone), Taider (Bologna).
Altra nazionale da prima fascia è il Ghana dove giocano Badu dell’Udinese e Acquah del Torino. Il Gabon padrone di casa, guidato dall’ex ct spagnolo José Antonio Camacho può avvalersi del fattore campo e di elementi del valore di Lemina (Juventus) e soprattutto del bomber del Borussia Dortmund Aubameyang in predicato di trasferirsi in Cina allo Shanghai Sipg per la cifra di 150 milioni (due dei quattro nuovi stadi in cui si gioca sono stati costruiti, non a caso, dallo Shanghai Construction Group). Outsider il Marocco dello juventino Benatia, allenato dal francese Hervé Renard, unico ct ad aver vinto la Coppa d’Africa con due nazionali: Zambia e Costa d’Avorio. La palma della simpatia va alla debuttante, la piccola Guinea-Bissau la nazionale di Camarà che milita nell’Avellino (unico tesserato della nostra Serie B). «Perché soltanto al giovedì ci fai vedere “Zigulì”», gridavano in coro i tifosi dell’Ascoli a Carletto Mazzone nei primi anni ’80. Sono lontani i tempi i cui il primo giocatore africano a sbarcare in Italia, l’ivoriano François Zahoui, si intristiva in panchina, oggetto di ironie quasi fosse una mascotte. Ora il simbolo di forza e di grazia della Coppa è Samba, la pantera nera. Con lei, e con i giocatori africani divenuti grandi in Europa, non si scherza più.