Archivio storico della Pontificia università Gregoriana
Con “Carlo Ginzburg nell’Officina delle Provinciali” l’Archivio storico della Pontificia università Gregoriana inaugura una serie di incontri, denominati “Officine”, che mirano a far conoscere a una più ampia cerchia di pubblico il proprio patrimonio documentale. La formula è quella di approfondire le conoscenze intorno ai codici che vi si conservano attraverso processi virtuosi: valorizzazione e restauro dei manoscritti, conferenze e seminari di studio. La partecipazione è gratuita, previa registrazione online nella pagina eventi del sito dell’Università Gregoriana (www.unigre.it). Nella giornata di oggi la Gregoriana ospita, appunto, Carlo Ginzburg, una delle voci più originali e influenti della storiografia contemporanea, autore di opere fondamentali come Il formaggio e i vermi, Storia notturna, Indagini su Piero. Da alcuni anni, la sua ricerca ha affrontato da prospettive inedite – come illustrano i saggi raccolti in Nondimanco. Machiavelli, Pascal (Adelphi, 2018) – il tema della casistica e del suo rapporto con il pensiero etico e politico moderno. Più in generale, sembra che il problema della “secolarizzazione” – soprattutto, alcune ambiguità implicite in questo concetto – occupi ora una posizione centrale nelle riflessioni di Ginzburg: come nasce la «prospettiva storica»? Qual è il rapporto fra i «frutti» della secolarizzazione e le loro «radici inquietanti» ( La lettera uccide, Adelphi 2021, p. XII)? A Carlo Ginzburg sarà quindi affidata l’apertura della prima Officina su Pascal e i gesuiti, seguita dalla discussione tra Girolamo Imbruglia (Università di Napoli “L’Orientale”) e il direttore dell’Archivio Martin M. Morales. Nel pomeriggio si svolgerà invece il seminario a numero chiuso di presentazione del manoscritto inedito Apug 1434. Questo documento dal titolo Della morale dei Gesuiti contiene una selezione delle Lettere Provinciali di Blaise Pascal tradotte in italiano e presenta alcune caratteristiche peculiari. Come ogni manoscritto è un unicum, ma le differenze che presenta rispetto a tutte le versioni conosciute potrebbero inserirlo tra i primi esemplari tradotti in italiano a partire dal 1656 quando scoppiò quello che oggi potremmo definire “un caso mediatico”: continue ristampe, edizioni riviste e corrette, e traduzioni nelle principali lingue europee. Analizzando le caratteristiche materiali (rilevamento delle filigrane della carta, analisi degli inchiostri e perizie paleografiche) del documento si avanzeranno ipotesi e proposte di ricerca per risolvere i misteri che si celano dietro le pagine di questo manoscritto e dietro le porte di un archivio ancora in gran parte sconosciuto. La missione dell’Archivio storico è tramandare alle future generazioni il patrimonio manoscritto del Collegio Romano (1551-1870) e i successivi lasciti dei professori gesuiti della Gregoriana dal 1873 ai giorni nostri. Nelle prossime Officine l’Archivio non si occuperà solo di codici antichi, ma anche di fondi documentali più moderni. Tra questi il Fondo Leiber, che raccoglie oltre tremila lettere e 10 faldoni di documenti del gesuita Robert Leiber (1887-1967), segretario personale di Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII, mentre era nunzio a Monaco e Berlino. Non meno sorprendente è il fondo del gesuita austriaco Gustav Wetter (19111991), studioso internazionalmente riconosciuto di filosofia sovietica, fondatore di un Centro studi marxisti e artefice di una collezione tematica di 42.000 volumi depositata nella biblioteca della Gregoriana. L’Archivio conserva migliaia di documenti, a tutt’oggi inediti, incluso il carteggio di Wetter con il filosofo dissidente Lev Karsavin (1882-1952). Nel 2017 l’Archivio storico della Gregoriana ha inoltre realizzato “Gate” (Gregorian archives texts editing), una piattaforma per l’edizione critica di testi, basata sul software gratuito e open source MediaWiki (www.gate.unigre. it). Vera e propria officina in rete, con l’insperato vantaggio di essere diventata uno strumento per la didattica riproponendo con modalità nuove l’antico intento pedagogico della Compagnia di Gesù, “Gate” si propone come uno spazio di ricerca collaborativa che si concentra in modo particolare sul patrimonio conservato nell’Archivio.