sabato 30 aprile 2016
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Il calcio felice e vincente di Puglia porta la firma di due formazioni che hanno collezionato trionfi a suon di record nei dilettanti. Non è solo il Bari in versione malese del magnate Datò Noordin, fresco azionista di maggioranza, a far sognare il popolo biancorosso proiettato verso la serie A. Accade che in provincia gli squilli di tromba siano fragorosi per merito di Gravina e Cerignola. Due città nel pallone assurte agli onori della cronaca grazie alle rispettive squadre capaci di imprese sportive straordinarie pur in uno scenario lontano dal professionismo ma forse proprio per questo entusiasmante, passionale e gravido di sensazioni forti. A Gravina in Puglia, dopo un ventennio di oblio, la gente ha riscoperto l’amore per i gialloblù che in due anni han- no ottenuto due promozioni conquistando qualche settimana fa per la prima volta la serie D. Un crescendo rossiniano costruito alacremente dalla società formata da 24 imprenditori che al termine di ogni campionato nominano in maniera democratica un nuovo presidente. Prima è toccato a Francesco Demuro, poi ad Antonio Giannelli, infine a Michele Zuccaro. A giorni sarà scelto il successore. Ma la vera forza del Gravina, soprattutto dopo che ad agosto scorso il campo di gioco in erba sintetica ha sostituito l’angusto terreno polveroso, sono i suoi tifosi. Sulle due tribune dello “Stefano Vicino” adagiato lungo le colline della Murgia barese ogni domenica si danno appuntamento dai 4-5mila spettatori. Numeri che fanno rabbrividire nell’era della pay-tv e degli stadi di A spesso un po’ vuoti. Una partecipazione collettiva irrefrenabile all’insegna della lealtà e della correttezza dove fanno bella mostra di sé famiglie intere, donne, bambini, ragazzi. Il collettivo plasmato dal tecnico Gennaro Di Maio vince e fa furore, la collettività gravinese spinge i propri beniamini a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Il tutto con la benedizione di don Giuseppe Logruosso il padre spirituale del Gravina Fbc sempre al fianco di dirigenti e calciatori per momenti di preghiera e riflessione, figura non sempre facile da trovare tra i dilettanti. Se Gravina ride, Cerignola gongola. Nella città ofantina l’Audace allenata da Massimo Gallo non perde da due anni. Un record granitico di 82 partite senza sconfitte, tra campionato e coppe. La società rinata nel 2014 ha subito centrato l’imperioso successo in Prima Categoria impreziosito da 30 vittorie e 2 pareggi, con 118 gol segnati e appena 10 subiti. Il bis in Promozione al termine di questa stagione in cui i gialloblù (guarda caso gli stessi colori sociali del Gravina) hanno vinto 27 partite e pareggiate 3 per un totale di 84 punti che hanno garantito l’approdo in Eccellenza con ben sette giornate di anticipo. Sembra di essere tornati ai tempi del celeberrimo film Gambe d’orodel 1958 girato proprio a Cerignola in cui l’indimenticato Totò era il presidente della squadra dauna capace di battere persino la Nazionale. L’imbattibilità questa volta è anche frutto di una profonda comunione d’intenti e di un incredibile spirito di coesione tra i giocatori tutti cerignolani come lo stesso tecnico Gallo. Senso di appartenenza e voglia di essere protagonisti con la maglia della propria città. L’alfiere di questo straordinario gruppo è il 35enne centravanti Luigi Di Pasquale, autore di 35 reti in 44 partite, tornato a ruggire dopo tre stagioni di assenza forzata a causa di un brutto infortunio. Un fromboliere dal fisico possente che nel campionato 2004-2005 giocò in serie A con il Brescia collezionando 8 presenze ed un gol nella gara in casa contro la Fiorentina (1-1). Fu Gianni De Biasi, attuale ct dell’Albania, a tenerlo a battesimo in una squadra come sempre allestita dal compianto Gigi Corioni dove c’erano Di Biagio, Hamsik, Stankevicius, Marco Delvecchio e Andrea Caracciolo. Oggi Di Pasquale è l’uomo in più del Cerignola rullo compressore che ha ritrovato anche il suo caloroso nel mitico stadio “Monterisi”. Così come accade a Gravina la gente ha potuto riassaporare la gioia incontenibile per il pallone che rotola. © RIPRODUZIONE RISERVATA Due realtà dilettantistiche ma piene di passione popolare e di record: i foggiani non perdono da 82 partite, mentre il club murgese ha una media di 4-5mila spettatori La Curva dei tifosi del Gravina
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