La sigla del Carosello
Il mitico Carosello, il siparietto che ha portato la grande pubblicità nelle case degli italiani, partì in sordina sessant’anni fa, il 3 febbraio del 1957. Era una domenica e nel palinsesto della neonata televisione, che all’epoca trasmetteva in bianco e nero su un unico canale, il programma era annunciato per le 20.50, prima di Telematch, col nome vago di 'Pubblicità'. Nemmeno il 'Radiocorriere', che era la rivista ufficiale della Rai, lo pubblicizzò. Solamente la settimana dopo, l’8 febbraio, il siparietto venne presentato col nome che sarebbe passato alla storia: Carosello. In realtà Carosello doveva esordire il primo gennaio ma alla vigilia del debutto ci si accorse che mancava la sigla e così fu incaricato il regista Luciano Emmer a provvedere. Emmer si mise al lavoro e con la collaborazione di Cesare Taurelli inventò la caratteristica sigla caratterizzata da una serie di siparietti che si aprivano uno dopo l’altro al suono della tarantella napoletana 'Pagliaccio' opportunamente arrangiata dal maestro Raffaele Gervasio che, guarda caso, aveva musicato nel 1950 la commedia musicale intitolata Carosello napoletano.
La famosissima sigla musicale fu 'rubata' a un documentario della Incom che raccontava la vita delle lumache! Lumache, invece, non lo furono affatto i primi curatori di Carosello perché in poche ore dovettero allestire alla svelta la scena per il debutto. Lavorarono freneticamente tutta la notte. Le cinque tendine furono disegnate dalla moglie dell’architetto scenografo Gianni Polidori mentre i quadri dello sfondo erano opera di Nietta Vespignani, moglie del pittore Renzo. Alle cinque del pomeriggio la sigla era già confezionata e pronta per il lancio sul piccolo schermo e alle 20.50 di quella domenica 3 febbraio 1957, dopo il telegiornale andò in onda il primo Carosello che si aprì con la pubblicità 'Per guidare meglio' delle Shell dove l’esperto giornalista Giovanni Canestrini suggeriva alcuni consigli per guidare sicuri. Non solo pubblicità, dunque, ma anche didattica. Non poteva mancare, ovviamente, la star del momento e infatti il secondo siparietto fu affidato a Mike Bongiorno che da due anni stava intrattenendo mezza Italia con il suo Lascia o raddoppia?. Per Carosello, però, il Mike nazionale non proponeva quiz ma intervistava personaggi famosi ai quali veniva consegnato un set dei prodotti reclamizzati.
La consegna, però, veniva fatta solamente alla fine dello spot perché Carosello aveva delle regole ferree. Ogni spot, infatti, doveva avere la durata di 135 secondi e solamente negli ultimi trenta, chiamati il 'codino', si poteva nominare il prodotto reclamizzato. E questo, altra regola da rispettare, non poteva essere menzionato per più di sei volte! Completarono quel primo CaroselloMario Carotenuto che pubblicizzava la macchina per cucire Singer e Carlo Campanini e Tino Bianchi che reclamizzavano il Cynar. Il famoso amaro in seguito sarebbe stato affidato a Ernesto Calindri che invitava a berlo «contro il logorio della vita moderna», uno dei tanti slogan che sarebbero entrati a far parte del patrimonio linguistico nazionale. Il Carosello di Cynar era prodotto da Sandro Bolchi, uno dei tanti registi famosi che firmarono i siparietti e a dimostrazione dell’effetto che avevano questi spot sulla gente basta ricordare questo episodio. A un certo punto Bolchi convinse quelli della Cynar a sostituire Calindri con un personaggio più giovane ed emergente come poteva essere allora Alberto Lionello. Il cambio di testimonial, però, causò un clamoroso crollo delle vendite, che immediatamente ripresero quando ritornò sul piccolo schermo Calindri che, seduto beatamente in mezzo all’intenso traffico, consigliava di bere l’amaro anti logorio.
Carosello fu trasmesso per vent’anni ogni sera, tranne il 2 novembre e il venerdì santo, fino al 1 gennaio del 1977. Ci furono però alcune eccezioni. Il noto 'siparietto' non si aprì in occasione della morte di Pio XII (9 ottobre 1958), di Giovanni XXIII (3 giugno 1963) e di John Kennedy (22 novembre 1963) mentre per la strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 non fu trasmesso per tre giorni. Impossibile ricordare tutti i personaggi che si sono succeduti. Accanto agli attori fecero la loro comparsa alcune figure appositamente create per il siparietto come Angelino, l’Omino coi baffi, Calimero, Jo Condor, Topo Gigio, Carmencita, Capitan Trinchetto, la Linea… e ad ognuno era associato uno slogan. Divertiva tutti, soprattutto i bambini, per i quali la trasmissione rappresentava la fine della giornata come testimoniava la famosa frase: «Dopo Carosello tutti a nanna». In occasione dei vent’anni della fine della trasmissione Rai Uno mandò in onda nel 1997, prima dello spettacolo di prima serata, un Carosello mentre Rai Due gli dedicò uno show. Un modo simpatico per ricordare un 'siparietto' che, come ha scritto Edmondo Berselli, «fra un’interpretazione di Mina e una regia di Federico Fellini, ha dettato il canone della nuova Italietta». Niente male per un siparietto che era stato pensato per offrire dieci minuti di pubblicità.