lunedì 4 aprile 2011
I bianconeri battono 2 a 0 la Roma e si rilanciano per la rincorsa all'Europa. Milano a +3 sul Napoli. Udinese ko contro il Lecce.
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Era l’ultimo tram chiamato desiderio (di Champions League). Le sconfitte pomeridiane di Udinese e Lazio (quarta e quinta) autorizzavano a sperare in questa sfida che spesso ha deciso lo scudetto, ma stavolta conta molto meno. Il tram lo prende la Juventus. Con Delneri che si ritrova “costretto” alla scelta vincente: inserire Marco Storari, visto che Buffon è febbricitante. E il portiere gran riserva sfodera una prova eccezionale salvando quattro volte la sua porta, così stimolando il contropiede juventino, che si rivelerà micidiale. Un incubo per i romanisti che grazie alle sue parate (allora con la Samp) nell’aprile scorso videro svanire il sogno scudetto, a un passo. Ora i bianconeri sono a 8 punti dalla quarta posizione, tanti, ma l’entusiamo di questa vittoria può dare una spinta. Come previsto non c’è il nuovo patron (in pectore), l’americano Thomas R. DiBenedetto, ripartito già per Boston. Ci sarà molto da lavorare per ristrutturare una squadra che resta forte tecnicamente, ma troppo spesso appare statica e prevedibile. I RISULTATI DELLA GIORNATAUn gol nel primo tempo, uno nel secondo e più di mezzo scudetto sulla maglia: Alexandre Pato decide il derby di Milano e da' al Milan una vittoria che può essere decisiva per il campionato, con il 3-0 finale firmato da un rigore di Cassano. E' una notte di sole delusioni quella che vive Leonardo, iniziata con valanghe di insulti e striscioni dal suo ex popolo rossonero e finita con cinque punti di distacco. Altro che belle sensazioni, altro che gioia e amore, non c'e' nessuna pieta' per il tecnico brasiliano che perde il terzo derby su tre vissuti in panchina. L'amore fa bene solo a Pato che festeggia ''due gol speciali'' sotto gli occhi di Barbara Berlusconi, lasciata sola in tribuna dal padre, assente illustre del derby. Manca solo lui alla festa del Milan, che non sente mai l'assenza di Ibrahimovic e vince a centrocampo dove deludono invece tutti gli uomini interisti. E se poi anche Samuel Eto'o si mangia un gol gia' fatto alla fine del primo tempo, vuol dire che la serata non e' di quelle migliori, come confermato anche dall'espulsione di Chivu al 9' della ripresa, che da' un'ulteriore mazzata alla voglia di rimonta nerazzurra. La partita dell'Inter e' infatti tutta in salita perche' pronti via e il Milan segna: non passano neanche 45 secondi e Pato raccoglie una respinta di Julio Cesar su Robinho e segna. L'accoglienza negativa del popolo rossonero nei confronti del ''giuda interista'' Leonardo ha un'appendice che il tecnico nerazzurro, e non solo lui, si sarebbe risparmiato perche' Gattuso si gira verso di lui e gli dice qualcosa che probabilmente non ha a che fare con gli auguri di Natale. Sale subito la tensione in campo, con qualche episodio di nervosismo qua e la' che Rizzoli cerca di controllare usando poco i cartellini gialli. Ma e' il Milan a partire con l'approccio migliore, sfruttando tanto la velocita' dei suoi attaccanti che mettono in difficolta' soprattutto Chivu, mentre Ranocchia si conferma giocatore davvero di gran livello. Ci starebbe il rigore che i milanisti invocano al 9', quando il tiro di Seedorf viene respinto dal braccio di Maicon, ma Rizzoli lascia correre con l'ennesima interpretazione personale sul fallo di mano che davvero non riesce mai a mettere d'accordo tutti. Cresce l'Inter e piano piano riesce a venir fuori dalla sua area e a mettere paura ad Abbiati che pero' e' in serata di grazia. Al 19' respinge l'unico tiro di Pazzini, mentre al 38' fa un vero e proprio miracolo sul colpo di testa di Thiago Motta che il portiere rossonero respinge proprio sulla linea mentre gli interisti chiedono il gol. Funziona bene il centrocampo di Allegri con Van Bommel che prende pure una gran traversa al 37' con un tiro deviato da Chivu che Julio Cesar guarda immobile fino a che la palla non gli cade nelle braccia. Ma il tempo si chiude con un altro clamoroso errore di Eto'o che ripete la prodezza all'incontrario della traversa presa contro la Juventus, calciando questa volta a lato piu' o meno dalla stessa posizione e nella stessa solitudine in cui era a Torino. Ci sono una valanga di emozioni anche nella ripresa che comincia con l'infortunio muscolare di Gattuso che al 6' deve lasciare il posto a Flamini. Poco dopo l'Inter rimane in dieci perche' Chivu stende Pato lanciato a rete appena fuori dall'area e Rizzoli giustamente lo espelle al 9'. Leonardo deve togliere Pandev e fa entrare Cordoba ma la sua difesa balla lo stesso: al 17' non c'e' nessuno a chiudere su Abate che calcia malissimo in porta, ma il suo tiro maldestro diventa un assist perfetto per Pato, che di testa la mette dentro. L'ultima carta della disperazione di Leonardo e' il ritorno di Milito in campo dopo due mesi passati a recuperare l'ennesimo infortunio muscolare. Ma il Milan ha la gara in pugno e va vicino al terzo gol tre volte con Robinho, che pero' di segnare ha sempre pochissima voglia. C'e' pero' un lungo possesso di palla rossonero con gli ole' del pubblico che forse fa ancora piu' male all'Inter del terzo gol, che comunque arriva con Cassano che si procura e poi trasforma un rigore al 45', e poi riesce a farsi espellere per doppia ammonizione due minuti dopo. Roba da Cassano che pero' non cambiano una serata da ricordare per il Milan, da dimenticare per Leonardo.GLI ESONERI DI COSMI E E MARINOTra le lacrime, il giorno dell’addio dopo l’umiliante 0-7 con l’Udinese, Delio Rossi aveva già anticipato il futuro: “Un domani tornerò a Palermo perché so che qua ho lasciato qualcosa”. Frase di cortesia? Parole di congedo? No, il tecnico riminese sentiva di essere ancora utile alla causa rosanero. Bisognava solo aspettare che anche Maurizio Zamparini lo capisse e lo accettasse. E così, dopo trentasei giorni di vacanze pagate, Delio torna in Sicilia mentre a salutare, nell’ormai consueto viavai di allenatori in casa Zamparini, è Serse Cosmi che sulla panchina più calda d’Italia ha resistito tecnicamente tre mesi (assunto il 28 febbraio, congedato il 4 aprile), in realtà solo quattro gare, di cui peraltro tre perse. Due laconiche righe in sito ufficiale peraltro a mezzo servizio per problemi tecnici comunicano la scelta di Zamparini: “L’U.S. Città di Palermo comunica che il tecnico Serse Cosmi è stato sollevato dall’incarico di allenatore della prima squadra. Al suo posto è stato richiamato Delio Rossi”. E ora? C’è la stagione da salvare. Il 20 aprile ed il 10 maggio i rosanero sono attesi dalla doppia sfida col Milan in semifinale di coppa Italia. Andare in finale equivarrebbe a salvare un’annata altresì orribile. Rossi, “il vecchio medico” come l’ha ribattezzato Zamparini, è al capezzale del malato Palermo. Deve rialzare una squadra a terra nel morale, contestata aspramente (e questa è una novità) dai tifosi e nel pieno di una crisi nel rapporto tra giocatori e club confermata dalla frase shock di Migliaccio ai contestatori: “Voi attaccate solo la squadra ma la colpa è anche di dirigenti e presidente”. Lunga notte per i dirigenti del Parma alla caccia del sostituto di Pasquale Marino. Dopo il successocon la Sampdoria, la sconfitta con il Bari ha scompaginato le carte del club emiliano tanto che sul taccuino del presidente Ghirardi e dell'ad Pietro Leonardi non c'era già pronto il nome del sostituto del tecnico di Marsala, esonerato subito dopo il fischio finale del match con i pugliesi. Il nome più gettonato resta quello di Franco Colomba, bolognese doc.
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