giovedì 25 febbraio 2010
INTER-CHELSEA: 2-1 Rete di Milito dopo appena tre minuti, pari di Kalou e definitivo vantaggio con Cambiasso: Chelsea battuto al termine di una bella sfida. Ora ai nerazzurri andranno bene due risultati su tre nella gara di ritorno a Londra.
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C’è da gioire, c’è da rammaricarsi e c’è da lavorare ancora molto in vista di Londra. L’Inter batte il Chelsea: è questa la notizia che spalanca le porte ad una qualificazione tutt’altro che impossibile. La rete degli inglesi complica un po’ le cose, così come l’atteggiamento un po’ titubante dei nerazzurri in ampi momenti della gara. Resta però il successo della squadra di Mourinho, voluto fortemente, cercato ed ottenuto quando la squadra di Carlo Ancelotti, giunta al pareggio dopo la rete lampo di Diego Milito, dava l’impressione di prendere il largo. Invece l’Inter ha retto l’impatto, ha reagito da grande squadra. Tuttavia la fretta e il timore di sbagliare hanno condizionato la prestazione nerazzurra che poteva essere di ben altro spessore se tutti i giocatori avessero avuto la stessa marcia atletica e la medesima convinzione nei propri mezzi. A tratti l’insieme di Mourinho è sembrato spezzato in due: sul campo con la mediana troppo distante dagli attaccanti, e nei singoli perché Eto’o e Motta sono risultati più dannosi che produttivi. Il primo si è mangiato l’impossibile a pochi centimetri da Cech, il secondo costantemente in ritardo sul dirimpettaio di turno se l’è cavato con un’ammonizione e una caterva di falli che ne hanno evidenziato il passo troppo lento per un centrocampista. La conduzione della partita, dopo la rete di Milito, l’ha fatta sostanzialmente il Chelsea (clamorosa la traversa su punizione di Drogba). Un lascia-passare più psicologico che strategico, che ha lasciato un po’ perplessi dinnanzi ad una gara cominciata in discesa e proseguita più con la forza di nervi (altrettanti importanti) che delle idee. L’Inter ogni volta che avanzava in blocco, senza i “famigerati” lanci lunghi, dava la netta impressione di poter sfondare e chiudere i conti. È accaduto di rado, per esempio in occasione del 2-1 di Cambiasso al 55’ (sinistro incrociato violento dal limite dell’area): questo è il vero peccato originario del gruppo ancora migliorabile dello Speciale. I nerazzurri hanno aspettato gli avversari molti (troppi) metri indietro, regalando spazi, sortite laterali, conclusioni in porta francamente evitabili. L’Inter ha cominciato a pressare tardi, consapevole che l’offensivismo non fa rima con azzardo, soprattutto nell’arena europea.Al rientro dagli spogliatoi le danze ha ricominciato a condurle il Chelsea, è subito arrivato il pareggio di Kalou con un tiro dalla distanza (dopo una discesa di Ivanovic), ma qualcosa è cambiato in campo e nella testa del tecnico portoghese. Dopo il 2-1 di Cambiasso, Mourinho ha osato inserendo Balotelli al posto di Motta, successivamente Pandev per Eto’o. Quasi contemporaneamente il portiere Cech lasciava il campo per infortunio. Non è cambiato più nulla. Il successo non è diventato trionfo, ma è sufficiente per andare a Londra senza fumo negli occhi.
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