La conferma – o meglio, la smentita – arriva solo nella notte incipiente, con due telefonate a sorpresa del presidentissimo, Silvio Berlusconi, al Processo di Aldo Biscardi e a Sky Sport 24: «Kakà è incedibile e resta al Milan». Il tifoso numero uno, dopo l’annuncio a effetto, si è congedato tuttavia con una frase sibillina che non ha rasserenato del tutto i cinquecento sostenitori rossoneri radunatisi sotto l’abitazione del gioiello brasiliano. Berlusconi ha comunque spiegato che «per Kakà i soldi non sono tutto nella vita». Aggiungendo poi: «È stato il mio intervento ma anche il suo (a farlo rinunciare alla faraonica offerta del Manchester City, ndr). Quando mi sono sentito dire che da lui che preferiva restare, che non avrebbe pensato di aver perso un’occasione per uno stipendio più alto e privilegiava i valori della bandiera, i valori della vicinanza e dell’amicizia, il calore e l’affetto che gli hanno dimostrato anche in questi due giorni tutti i tifosi, io ho detto 'evviva' e ci siamo idealmente abbracciati. Kakà è e resta al Milan». Capitolo chiuso, allora? «Io dò la parola sulle cose che dipendono da me» ha chiosato il presidente», prima di lanciare un messaggio da Sibilla cumana: «Alla fine di questo contratto io non so se sarò ancora presidente del Milan, tanto che adesso non lo sono più...». La classica «bomba», l’addio all’addio di Kakà, è arrivata alla fine di una giornata convulsa. Caratterizzata fino a quel momento da zero notizie, nessuna verità e molte parole. Forse troppe. Che il possibile trasferimento di Kakà non fosse una cessione qualunque era intuibile. Ma che occorressero vertici e incontri incrociati a profusione, questo era meno prevedibile. La lunga giornata rossonera era iniziata in mattinata ad Arcore, dove Adriano Galliani ha incontrato Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri: il summit tra i tre, dedicato ovviamente alla possibile partenza del brasiliano, è durato circa un’ora e mezza. Kakà invece non si è mai mosso dalla sua abitazione in centro a Milano dove lo ha raggiunto il padre-procuratore, signor Bosco Leite. È rimasto alla finestra. In tutti i sensi. Perchè è proprio dalla finestra del suo appartamento che ieri sera si è affacciato per rispondere al manipolo di tifosi che per tutta la giornata è rimasto in attesa adorante sul marciapiede di fronte. Il brasiliano ha salutato, e si è battuto il petto in segno d’amore verso i colori milanisti. Tutto molto commovente, e molto assurdo. A fare il punto sull’operazione era stato invece il suo portavoce, Diogo Kotschko: «Ci sarà un incontro tra il papà di Kakà e il Milan per vedere cosa succede. Vogliamo sentire cosa farà la società e vogliamo sentirlo dalla loro bocca», aveva detto Kotschko, contattato dal quotidiano inglese The Guardian. Per tutta la giornata, comunque, l’impressione è stata che il giocatore non avesse voglia alcuna di accettare il trasferimento, visto lo scarso valore del club inglese. Ma che il padre che ne cura gli interessi fosse invece molto più propenso a dire di sì ai 15 milioni di euro annui d’ingaggio offerti a Kakà. Ieri è stato anche il giorno dei tifosi: alla manifestazione davanti alla sede del Milan, erano in 300 circa, diventati poi 500 in serata, quando la polizia ha dovuto bloccare il traffico in via Turati senza però che accadesse nulla di pericoloso. Proteste, cori e cartelli («Kakà non si vende» e «Sei anni non si dimenticano, resta con noi»). Dopo aver incontrato Berlusconi, l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, ha ricevuto il papà procuratore del giocatore: un colloquio di circa due ore al termine del quale non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale. Molte le voci intervenute sulla questione. A partire dal presidente della Figc, Giancarlo Abete, il quale aveva auspicato la permanenza del brasiliano in Italia: anche se «quest’anno abbiamo avuto ingressi importanti, da Mourinho a Ronaldinho a Beckham, che danno un alto livello di attrattività del nostro calcio,dispiacerebbe se un Pallone d’Oro andasse via». Secondo il ct della nazionale italiana, Marcello Lippi, evidentemente buon profeta, alla fine Kakà sarebbe restato al Milan. Così è, parola di Silvio Berlusconi. Il brasiliano Kakà, 26 anni: il suo futuro nel Milan è appeso al filo (Ansa)