Nelle intemperie nascono i fiori migliori, soprattutto nelle vicende della nostra Nazionale, che a quanto pare non solo non è il brutto anatroccolo che si pensava, ma è persino bella, irresistibile, fonte di contenuti e di pensieri sul viale sempre un po’ sognato dell’epica.L’Italia s’è desta. Nella notte di Lione, debutto ad Euro 2016, ha asfaltato nel risultato (2-0) e nella condotta il Belgio dei geni, dei folletti, indicato come favorita della competizione europea. Una gara memorabile, nemmeno immaginata. Gli azzurri vincono, balzano alla testa del girone, scatenano pensieri stupendi. La notizia migliore, oltre al successo, forse la più inattesa, è che l’Italia senza talenti, creativi alla Roberto Baggio e leader innati (Buffon a parte), non ha paura della paura. La nostra Nazionale che vince ha tenuta psicologica, gestisce i momenti di crisi, si proietta nell’emotività sana e consapevole, non sconfina nell’ansia. Un traguardo strutturale, una peculiarità basica.L’Italia operaia e senza presenze geniali (non c’è un Hazard), ha dimostrato di essere una band che può suonare musica da hit parade, senza solisti da favola, ma senza steccate. È il repertorio made in Italy di questi tempi, il repertorio ideale, voluto fortemente e oggi ottenuto da Antonio Conte, in un debutto ad Euro 2016 che più difficile non potrebbe essere. Gli azzurri poveri di piedi, un po’ raffazzonati, sospinti più da utopie che da sogni, hanno invece ammaliato, sorpreso per efficacia ed efficienza contro la meglio gioventù del Belgio, una macchina pallonara rodata, zeppa di cavalli, con un riconoscimento planetario che nemmeno ci immaginiamo.I Diavoli Rossi sono al primo posto nel ranking Fifa, nessuno come loro. Ma l’Italia, l’Italia di Lione, è subito entrata in partita. Nella prima mezz’ora ha preso le misure dei talentuosi avversari, ne ha subito la compressione. Ha retto l’urto della loro mediana più dinamica e qualitativa (Nainggolan all’11 ha impegnato Buffon), poi si è concentrata nel contropiede. Riuscendo, con l’amatissimo (da Conte) 3-5-2 a bucare il 4-2-3-1 belga, lo schema delle “grandi”, un po’ sconsiderato ed impreparato con le ripartenze azzurre. L’antipasto alla rete è un’occasione di Pellè, che al 29’ cerca la conclusione da fuori area verso il palo lontano, ma il tiro non gira abbastanza e finisce a lato. Il vantaggio dei ragazzi di Conte arriva tre minuti dopo. Nasce da un lancio-capolavoro di Bonucci, direttamente sui piedi di Giaccherini, che controlla con il sinistro e insacca di prima intenzione con il destro. La rete è voluta, cercata.Gli azzurri vorrebbero bissare subito, approfittare dello stordimento avversario. Ne hanno diverse opportunità, la cosa non arriva di un soffio. Ci prova Candreva da fuori area, con il piede sinistro: il portiere Courtois non rischia la presa e manda direttamente in angolo. L’occasione più ghiotta del (meritato) 2-0 arriva al 36’: Parolo posta in mezzo la sfera di testa, Pellè mette fuori di pochi centimetri. Il primo tempo si conclude a metà tra la gioia del vantaggio, la consapevolezza della qualità azzurra e il rammarico per non aver chiuso la questione.Lo spartito della ripresa assomiglia a quello dei 45’ precedenti. Per fermare il forcing finale dei belgi, gli azzurri ricorrono a ripetuti falli tattici: piovono cartellini gialli (Bonucci, Eder, Chiellini, Motta). All’84’ l’Italia in contropiede ha la palla buona per passare, la botta di Ciro Immobile viene intercettata da Courtois. Il raddoppio comunque arriva, nei minuti di recupero: dopo l’ennesimo contropiede, da Candreva ecco l’assist per Pellè: il tiro al volo della punta italiana è preciso e potente e finisce in rete.Il gol consolida la favolosa serata azzurra. Contro il Belgio di Marc Wilmots, tipo tosto che ha vestito questa maglia per quattro Mondiali da giocatore. I Diavoli Rossi non centravano la qualificazione a un Europeo (2000 escluso, in quanto nazione ospitante) dal lontano 1984, edizione made in France. Oggi hanno fatto i conti con la splendida Italia.