venerdì 22 luglio 2016
Bayreuth, omaggio con Wagner ai cristiani perseguitati?
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Ogni anno c’è un mese in cui i cultori della maestosità musicale di Richard Wagner (1813-1883) entrano puntualmente in fibrillazione e si mobilitano. È il mese che va dal 25 luglio alla fine di agosto quando si tiene il Festival wagneriano di Bayreuth, la kermesse lirica per eccellenza della Germania. Quest’anno la manifestazione si apre con la nuova produzione di Parsifal fra straordinarie misure di sicurezza. Sulla “collina verde” della città della Baviera che accoglie il teatro fatto costruire dal compositore tedesco a misura delle sue imponenti partiture, la rassegna voluta dallo stesso Wagner è considerata a “rischio” dalla polizia e dall’intelligence. Anche perché da mesi si annuncia una lettura di Parsifal (almeno in alcuni tratti) in chiave anti-islamica da parte del regista Uwe Eric Laufenberg che la pronipote del cantore di Sigfrido, la 38enne Katharina Wagner – al timone del Festival, da sempre nelle mani del clan Wagner –, ha scelto per mettere in scena l’opera di “congedo” del genio rivoluzionario. Ma Laufenberg, che è direttore del Teatro di Stato dell’Assia a Wiesbaden, getta acqua sul fuoco alla vigilia della prima. «La violenza non dipende dall’islam – ha spiegato ai giornali tedeschi – ma dagli uomini che strumentalizzano la religione». E ha voluto sottolineare che la figura di Klingsor – l’uomo mago che si comverte al male e gioisce della vendetta – «è ovunque: nell’ebraismo, nell’islam o nel cristianesimo» in quando «utilizza le persone come strumento per aumentare il proprio potere». Laufenberg ha confermato che nel suo allestimento il pubblico vedrà l’interno di una chiesa. «Ci siamo chiesti come si possa immaginare una chiesa in un ambiente pericoloso – ha detto il regista –. Un ambiente in cui i cristiani sono minacciati ma tentano comunque di donare assistenza a chi è intorno a loro».

Da settimane è blindato il Festspielhaus, il teatro del Festival che su idea di Wagner si tiene dal 1876 nella città a novanta chilometri da Norimberga dove l’irrequieta penna trascorse l’ultimo scorcio della sua vita e dove è sepolto nel giardino della sua casa (oggi un museo a lui dedicato), Villa Wanfried. Obbligo di documenti in mano per entrare nell’area intorno al teatro. Divieto di portare zaini o cesti con la cena (perché le opere iniziano alle 4 del pomeriggio, durano anche sei o sette ore e negli intervalli – di un’ora ciascuno – vige l’abitudine di fare un pic-nic nei giardini della “collina verde”). Proibiti anche i cuscini (che gli spettatori portano per stare più comodi sulle sedie in legno del Festspielhaus rimaste identiche a quelle di fine Ottocento imposte da Wagner). Le misure di sicurezza sono state uniteriormente rafforzate dopo l'attacco di Monaco. L'allarme terrorismo generalizzato in tutto Europa ha raggiunto anche la città di Wagner obbligando il Festival ad «adattarsi a questa nuova situazione», hanno riferito fonti dell'organizzazione.Parsifal, la “sacra rappresentazione scenica” (come l’aveva chiamata l’autore), è un’opera religiosa che interroga: con i rimandi al Vangelo, alla fede, all’Eucaristia, alla redenzione, all’Ultima Cena (al centro c’è il Sacro Graal che il compositore romantico vuole fosse il calice usato da Gesù nel Cenacolo), divide fra cui la considera una partitura cristiana (seppur con venature buddiste) e chi ne vede una dissacrazione del mistero eucaristico.A dirigere l’atteso Parsifal – che proprio qui aveva debuttato 134 anni fa – sarà Hartmut Haenchen, la 73enne bacchetta di Dresda al suo esordio a Bayreuth che ha sostituito a inizio luglio Andris Nelsons. Un colpo di scena che, come succede da anni, accompagna la rassegna wagneriana avvezza a litigi, intrighi, sorprese, imprevisti, provocazioni come fosse una telenovela o, meglio, un libretto d’opera. Nelsons aveva lasciato il Festival dopo un paio di settimane di prove. «A causa di un approccio diverso in varie cose, l’atmosfera al Festival di quest’anno non si è sviluppata in modo reciprocamente consono fra tutte le parti», aveva scritto il direttore lettone nella dichiarazione d’addio. Giorni di panico. Poi l’arrivo di Haenchen. «Ho diretto 34 cicli completi del Ring (“L’anello del Nibelungo”, ndr) e per 54 volte anche Parsifal», ha tenuto a precisare nei giorni scorsi. Nel teatro si evidenzia il differente approccio fra i due direttori. «Non uso la versione originale stampata – ha chiarito il maestro di Dresda – ma quella con tutte le correzioni successive e le più recenti scoperte filologiche. Nonostante il breve tempo a disposizione, orchestrali e cantanti hanno imparato numerosi nuovi dettagli».

Il cast è di prim’ordine: Parsifal sarà il tenere tedesco Klaus Florian Vogt, beniamino del popolo wagneriano della Germania; Kundry la russa Elena Pankratova; Klingsor il tedesco Gerd Grochowski; Amfortas l’americano Ryan McKinny; Titurel l’austriaco Karl-Heinz Lehner; e Gurnemanz il tedesco Georg Zeppenfeld. Parsifal viene trasmesso in diretta radiofonica lunedì 25 luglio dalle 15.50 su Rai Radio3.

La prima di Bayreuth è un evento per la Germania. Ogni 25 luglio sfilano di fronte al teatro politici, imprenditori, esponenti della cultura, star dello spettacolo. E di solito anche la cancelleria Angela Markel, appassionata d’opera (e soprattutto dei titoli di Wagner). Quest’anno, però, non ci sarà. «Non per ragioni di sicurezza», fanno sapere dal suo entourage. Però l'attentato di Monaco ha fatto cambiare i programmi. Lunedì 25 luglio non ci sarà alcun tappeto rosso di fronte al teatro, ha annunciato il municipio. Ed è stato annullato anche il tradizionale ricevimento di Stato dopo l'opera per rispetto delle vittime e delle loro famiglie, ha evidenziato il governo bavarese. «Parsifal è un capolavoro che invia un messaggio di pace e di riconciliazione», ha spiegato il regista.

A Bayreuth si va per ascoltare Wagner alla maniera di Wagner. E si possono attendere anche dieci anni per un biglietto che al mercato nero arriva a costare fino a tremila euro. Tutti elementi che alimentano il mito di Bayreuth dove quest’anno il cartellone prevede appena trenta rappresentazioni, ambite dai melomani di tutto il monto.

In programma anche Tristano e Isotta (“Tristan und Isolde”), produzione con la regia di Katharina Wagner che aveva aperto il Festival del 2015. Sul podio ci sarà di nuovo Christian Thielemann, una delle migliori attuali bacchette wagneriane, che dallo scorso anno è il direttore artistico di Bayreuth. Tristan sarà ancora Stephen Gould, mentre cambia Isolde: non più Evelyn Herlitzius – che non aveva eccessivamente convinto dodici mesi fa – ma Petra Lang.Tornano poi L’olandese volante diretto da Axel Kober e le quattro opere che compongono il Ring (L’oro del Reno, Valchiria, Sigfrido e Il crepuscolo degli dei) nella controversa produzione del bicentenario wagneriano del 2013 con la regia d’avanguardia (ma in alcuni passaggi molto interessante) di Frank Castorf. Sul podio per l’intero ciclo non più la stella Kirill Petrenko, che lo scorso anno aveva “divorziato” con parole pesanti dal Festival, ma il polacco Marek Janowski, esponente della tradizione musicale tedesca.

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