Lacrime e sangue frau Merkel, ma per la ricca Germania. Noi siamo poveri, ma nel calcio ancora i più belli. A Varsavia è sbocciata a pieno la Nazionale che l’Europa tremare fa: Germania-Italia 1-2. E potevano essere di più. Si è visto tutto il meglio del repertorio italico: cuore, amore e fantasia. Tre ingredienti storicamente made in Italy, ma anche materiale reinnestato dal nuovo corso Prandelli, contro i quali la muscolarità, addolcita dalla grazia multietnica, della Germania di Loew nulla ha potuto. La partita perfetta si concretizza nei primi 45 minuti. Difesa d’acciaio, con il ritorno di Chiellini a sinistra. Centrocampo con due polizze d’assicurazione, Pirlo e De Rossi, al quale si aggiunge un Montolivo splendido nell’impostazione e impeccabile in copertura. La Germania parte bene, complice un paio di svarioni di Buffon, con salvataggio dell’onnipresente Pirlo sulla linea di porta. Ma non passa lo straniero e meno che mai il tedesco che va sotto al 20’: Cassano manda in manicomio Hummels, pennella da fuoriclasse per la testa di Balotelli che insacca. L’Italia potrebbe raddoppiare con Marchisio (sbaglia un gol fatto anche nella ripresa) e Montolivo, ma è la serata di SuperMario, il black-italian finalmente delle meraviglie che imbeccato da Montolivo parte in contropiede, calcia d’esterno e gela Neuer. Lacrime sugli spalti per gli oltre 20mila tedeschi (dovevano essere di più, paura?). Gli occhi di "Nemo" Ozil e quelli dei suoi compagni sono da pesci lessi del Baltico. Serve solo a regalare un brivido il rigore segnato da Ozil per il 2-1 a tempo quasi scaduto.«Pizza al capolinea», avevano titolato i giornali tedeschi. Al capolinea di Varsavia si ferma invece la Germania di Loew, dopo 15 vittorie di fila e valanghe di gol. Ma con l’Italia la porta è sbarrata. E allora eccoci ancora ad aggiornare le nostre imprese storiche: dal 1970 a oggi, tre semifinali e una finale mondiale targata Italia. E al Narodowy Stadion, è sempre la Germania a inseguire i nostri gol: la doppietta di SuperMario che con 3 reti diventa il capocannoniere di Euro 2012. Suda a freddo sotto la linda camicia bianca il ct tedesco, confuso e infelice dinanzi al nuovo che avanza: Cesare Prandelli (fa 15 partite anche lui senza sconfitte), il signore della panchina. Sta vincendo la sua idea di calcio e forse nel losco mondo del pallone è ricominciata l’era degli uomini per bene. Ciò che è stato il carabiniere Manuele Braj, ucciso da un razzo in Afghanistan. Gli azzurri l’hanno omaggiato al meglio, con il lutto al braccio e con un trionfo con dedica a un vero fratello d’Italia. Arrivederci Germania, guardaci ancora, domenica c’è la finale a Kiev: Italia-Spagna.