martedì 10 dicembre 2013
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Il governo ha quasi messo a punto il testo sull’impiantistica sportiva. Lo ha annunciato ieri il ministro con delega allo sport, Graziano Delrio, intervenendo ad un convegno alla Camera. «Siamo andati avanti al Senato per velocizzare l’iter sull’impiantistica sportiva - ha detto Delrio - perchè sappiamo che i comuni non hanno mezzi. E noi dobbiamo mettere in condizione i privati di avere gli strumenti fruibili, rapidi e praticabili. Dobbiamo ancora fare dei passaggi. Non c’é ancora niente di definitivo, ma si è cercato di lavorare ad una legge che possa accelerare gli interventi per rendere gli stadi più accoglienti e fruibili, come avviene in altri Paesi europei». La svolta che il mondo dello sport attende da anni sembra dunque vicina, dopo la beffa dell’emendamento presentato e poi ritirato dalla legge di stabilità. Resta il solito “nodo” interpretativo sulle cosiddette cubature-premio. Due le strade percorribili per snellire il procedimento: una legge delega (procedura questa che sarebbe invece esclusa dalla Legge di stabilità) oppure una norma precettiva, da applicarsi immediatamente. E tre le possibili soluzioni. La prima - la cosiddetta versione ultralight - prevede l’utilizzo del Credito Sportivo come polmone finanziario per le società che in questo modo possono restaurare ed edificare ex novo aree già esistenti con crediti a tassi super-agevolati; la seconda stabilisce semplificazioni a livello di concessioni con dei vincoli precisi (si applicherebbe solo alla ristrutturazione di vecchi stadi e nuovi stadi ma escluderebbe i terreni vergini. Sarebbe cioè utilizzabile solo per terreni già organizzati o da riqualificare); la terza infine, la versione più forte, punterebbe sulla possibilità delle cosiddette cubature-premio (concesse ai costruttori anche lontano dagli impianti sportivi), ma questa strada viene considerata allo stato la meno percorribile non avendo i necessari i voti parlamentari.Parla espressamente di «speculazione» invece Legambiente che lancia l’allarme: «Altro che stadi. Emendamento è il via libera alla speculazione edilizia. E se verrà approvato, saranno possibili nuovi edifici ovunque, dalla Terra dei Fuochi all’alveo del Tevere», scrive l’organizzazione ambientalista che parla di emendamento «pericoloso» alla Legge di Stabilità. «Stiamo aspettando una legge fondamentale, quella sbrigativamente chiamata “per gli stadi” ma in realtà per gli impianti sportivi, che serve al Paese», ha precisato più volte il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Secondo il numero uno dello sport italiano «c’è molta domanda e altrettanta speranza. Servono tempi, costi, procedure e sostenibilità economica certa», pur sottolineando che nella futura costruzione dei nuovi impianti «il costo sarà zero perchè interverranno finanziamenti privati. Ma il nostro non è il mondo degli stadi, quello della Fiorentina, dell’Inter o della Lazio, è semmai quello degli impianti sportivi, un mondo dove in Italia c’è una fame da far paura». Quasi a voler rispondere alla richiesta di Malagò, arriva l’annotazione del ministro Delrio: «È importante il nostro paese capisca che lo sport è soprattutto una grande infrastruttura culturale prima che fisica. L’educazione è il cuore di molti problemi che ci toccano. Lo sport può insegnare la dedizione, la competizione come voglia di migliorarsi, il gioco di squadra, quindi sarebbe molto di aiuto a rafforzare le nostre comunità». Per il ministro, lo sport «è la celebrazione di un rito collettivo che deve esser celebrato in un luogo aperto a tutti, sicuro, dove non si corrono pericoli. È di questo che parliamo, quando parliamo di legge sugli stadi e sugli impianti, non di cubature e favori a grandi società: questa è la premessa, molto chiara, da parte del governo».Bisognerà comunque mettere mano alle carenze tipiche del nostro calcio. Solo tre stadi in Serie A infatti sono attualmente di proprietà dei club. Dopo la Juventus, apripista, è arrivata l’Udinese e adesso si è aggiunto anche il Sassuolo, con patron Squinzi che la settimana scorsa ha acquistato per la sua squadra lo stadio di Reggio Emilia. Altri club si stanno muovendo: ieri Palotta è uscito allo scoperto con il sindaco Marino. La Roma ci crede: ha il progetto pronto per un nuovo impianto e vuole realizzarlo davvero. Inter e Milan si stanno guardando intorno, il Napoli ne discute col sindaco de Magistris. Ma troppi club non spendono un centesimo per rendere più accoglienti i loro stadi, con la scusa che non sono di loro proprietà ma dei Comuni.
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