giovedì 21 luglio 2016
​La più alta corte di giustizia sportiva conferma l'esclusione di 68 atleti russi dai Giochi di Rio. Putin: rischio separazione movimento olimpico. La decisione finale spetta ora al Cio.
Doping, il Tas respinge il ricorso della Russia
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Il Tribunale arbitrale dello Sport (Tas) ha comunicato oggi di aver respinto l'appello presentato dalla Russia contro l'esclusione di 68 atleti dalle Olimpiadi di Rio, che inizieranno il 5 agosto. "Il Tas respinge l'appello del Comitato Olimpico russo e di 68 atleti russi", come si legge in un comunicato diffuso dal più alto organo della giustizia sportiva internazionale. Una sentenza che il Comitato olimpico internazionale (Cio), dovrà tenere in considerazione prima di imporre una sospensione generalizzata alla Russia per tutti gli sport.

 

La vicenda ha innescato una crisi nello sport mondiale, col presidente russo Vladimir Putin che ha parlato del rischio di una separazione all'interno del movimento olimpico. I 68 atleti di atletica leggera sono stati sospesi dalle gare internazionali a novembre, dopo che una commissione indipendente formata dall'Agenzia mondiale antidoping (Wada), evidenziò l'uso di sostanze dopanti, sostenuto dallo Stato, fra molti atleti russi. La sospensione è stata imposta dalla Federatletica mondiale (Iaaf), che l'ha riconfermata il mese scorso asserendo che sussistono ancora problemi considerevoli con l'antidoping in Russia.

Gli atleti sospesi hanno contestato la decisione sostenendo di esser stati puniti nonostante non fossero stati trovati positivi ai test, e di poter quindi partecipare alle Olimpiadi di Rio. Lunedì scorso, però, un'altra relazione della Wada ha mostrato le prove di un diffuso doping di Stato, cui gli atleti russi avrebbero fatto ricorso prima e durante le ultime Olimpiadi invernali di Sochi (2014). Questa relazione ha quindi spinto il Cio a valutare se escludere totalmente la Russia anche dai Giochi di Rio.

 

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