venerdì 22 maggio 2015
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Ci sono norme nuove, ma c’è anche un messaggio culturale nuovo intorno alla corruzione. «Abbiamo fatto un passo essenziale per isolare socialmente chi commette questo crimine – spiega Enrico Costa, viceministro della Giustizia in quota Ncd –. È come se dicessimo al Paese: "È finito il tempo in cui c’è quella mezza rassegnazione al sistema, quel clima di sostanziale indifferenza". Ora chi corrompe e si lascia corrompere sa di commettere un crimine odioso che lede la credibilità del Paese nel mondo, e sa di andare incontro a pene e sanzioni severe e certe».I punti qualificanti?Certezza della pena, restituzione del maltolto come precondizione per patteggiare, attenuanti per chi collabora, disciplina equilibrata sul falso in bilancio.Quali saranno gli effetti concreti?Le rispondo con un numero: nel 2012 sono stati definiti meno di mille processi per corruzione. Pochi, per un fenomeno così diffuso. Ci aspettiamo che con strumenti nuovi ci siano molte più iniziative della magistratura per far venire alla luce più episodi.Il lavoro contro la corruzione finisce qui?Assolutamente no. Intanto c’è il lavoro culturale sul fronte della prevenzione, che chiama in causa tutti. Poi c’è l’altro aspetto essenziale da completare: la lotta alla burocrazia, la delegificazione per ridurre il potere dei superburocrati, il Codice degli appalti. Inoltre non sono ideologicamente contrario a parlare di ulteriori strumenti come l’agente infiltrato. Dico soltanto: parliamone e approfondiamo con buon senso.Ci sono state tensioni con il Csm...Per fortuna le polemiche sono evaporate presto. Credo che ognuno debba fare il suo lavoro. Il Csm ha tanti problemi da risolvere ben più importanti di esprimersi preventivamente su una norma.M5S attacca duro...Al Senato diversi emendamenti M5S sono stati accolti certo non alla lettera ma nella filosofia di fondo. Poi è intervenuto il loro referendum on line e si sono chiusi a riccio.L’accordo di maggioranza sulla prescrizione, che completa questo lavoro, tiene o scricchiola?Siamo ai dettagli tecnici. Per noi è essenziale che la prescrizione sia collegata al principio della ragionevole durata del processo. Sinora abbiamo dimostrato di saper difendere i nostri principi.Renzi parlò del Daspo ai politici corrotti, ma nel testo il tema non è affrontato.Non esplicitamente, ma con questo corpus normativo il politico corrotto è automaticamente squalificato.
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