mercoledì 10 luglio 2013
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Il Pdl chiede e ottiene la sospensione dei lavori del Parlamento. Il Pd non si mette per traverso. E si spacca. Alla Camera è bagarre. Letta viene contestato, sia pur blandamente con applausi insistiti dai banchi a Cinque Stelle. Mentre il leader del movimento Beppe Grillo sale al Colle a chiedere di tornare al voto.Il giorno dopo la decisione della Cassazione di andare a sentenza sul processo Mediaset, è un giorno di tensione per i Palazzi della politica. Salta pure la cabina di regia sull’economia. Ma sono soprattutto Camera e Senato lo scenario in cui si svolge lo psicodramma. E l’epicentro del sisma è nella zona del Pdl. È la formazione del Cavaliere, infatti, a chiedere con i presidenti dei gruppi parlamentari Renato Schifani e Renato Brunetta la convocazione delle rispettiva Conferenze dei capigruppo, per una sospensione dei lavori d’aula e di commissione. Per tre giorni, in un primo momento. Poi, alla fine delle riunioni dei capigruppo dei due rami del Parlamento, si fa strada una linea più morbida: un giorno di pausa, poi ripresa delle normali attività. «Da parte nostra non c’è alcuna volontà di bloccare il Parlamento», chiarisce Schifani.Toni battaglieri erano arrivati, comunque, da Daniela Santanchè, candidata in stand by del partito alla vicepresidenza della Camera, che ha emesso il suo aut aut: «Se dovesse arrivare un "no" sulla richiesta di moratoria dei lavori parlamentari capiremo che non c’è un governo di coalizione». Quando si riunisce la capigruppo - che decide a maggioranza per la pausa di riflessione, poi ratificata dall’aula  - già rullano i tamburi delle opposizioni. I Cinque Stelle sono furibondi e inscenano più tardi una protesta plateale a Palazzo Madama togliendosi - i senatori - giacca e cravatta in aula. Gesto che Luigi Zanda, capogruppo del Pd apostrofa come «di disprezzo volgare del Parlamento». I deputati protestano, invece, improvvisando un sit-in davanti a Montecitorio. Prima, in aula decidono di ascoltare in piedi il question-time pomeridiano di Enrico Letta. E si sfogano in una scarica di applausi senza fine, tanto da innescare un botta e risposta tra la presidente della Camera Laura Boldrini, che chiede al vicepresidente M5S Luigi Di Maio di aiutarla a mantenere l’ordine. «Rispettosamente le faccio notare che ora è lei a presiedere...», la replica. Anche Sel si indigna. Per Nichi Vendola quella del Pdl è «un’idea delinquenziale e demenziale». Il Pd non dice no alla soluzione, ma poi Guglielmo Epifani avverte: «La corda non venga tirata troppo, altrimenti si spezza». Contraria la Lega con Roberto Maroni che parla della sospensione come di «vulnus alla democrazia: se così sarà, chiederemo immediatamente un incontro al Presidente della Repubblica».Chi al Colle c’è già è Beppe Grillo. Con Gianroberto Casaleggio, in veste di cofondatore, e i due capigruppo del M5S, Nicola Morra (Senato) e Riccardo Nuti (Camera). Uscito dal colloquio l’ex comico tuona: «Se il Parlamento è così, se non fa nulla, allora ne usciremo». Poi riferisce quanto avvenuto dietro le mura, tra foto con Casaleggio e curiosità di Napolitano per il "guru" pentastellato. Ma nella sostanza la delegazione grillina ha chiesto a Napolitano di parlare in tv a reti unificate per spiegare agli italiani la "Caporetto" in cui versa il Paese e spingere il Parlamento a fare una nuova legge elettorale per tornare rapidamente al voto. «Non siamo più una Repubblica parlamentare e forse non siamo più una democrazia», il grido. Ma nella verve retorica del politico genovese, in conferenza stampa, rispuntano anche i fucili che il movimento metterebbe a tacere, evocazione che suscita più di un malumore. «La gente vorrebbe sparare ma io dico no, abbiamo i metodi democratici, proviamo ancora con quelli».Poi Grillo si riunisce con i suoi al Senato e alla fine dismette pure lui gli abiti formali - giacca e cravatta con il solleone - e si mette una camicia a quadri: «Sono un boscaiolo del Wyoming», la battuta. Infine Morra - – in modo un po’ irrituale – rivela: «Napolitano ci ha detto che non ha le pile Duracell e che dunque non arriverà a fine settennato Il presidente ha le spalle larghe ma ci ha detto che appena possibile mollerà».
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