Rimescola le carte nell’area di centro il passo indietro di Maurizio Lupi. Con i compagni di partito che, prima dell’interim, fanno sapere di non voler stravolgere la compagine di governo. Ma chiedono rispetto del peso nell’esecutivo e della loro posizione politica. Non vogliono farsi fagocitare. C’è chi smentisce di voler seguire le sirene del Pd. E chi, come l’ex ministro Nunzia de Girolamo, minaccia l’appoggio esterno. A confermare le turbolenze nell’area, Scelta civica fa sapere di sentirsi sottorappresentata, dopo il passaggio al Pd di alcuni esponenti.
Angelino Alfano, leader del Nuovo centrodestra e ministro dell’Interno, ha ribadito di non voler entrare, dopo le dimissioni da ministro del suo collega di partito Maurizio Lupi, nelle polemiche sui sottosegretari di area Pd indagati, che non hanno rinunciato al loro posto. «Guardi – ha detto in un’intervista alla <+CORSIVOA>Stampa<+TONDOA> – il presidente del Consiglio non ha mai chiesto le dimissioni del ministro Lupi, che spontaneamente ha deciso di dimettersi. Noi non chiederemo le dimissioni dei sottosegretari». Alfano rivendica i meriti di Ncd: «Noi – afferma – siamo diventati un Paese più moderno che può finalmente agganciare la ripresa. E che facciamo? Ci ritiriamo proprio ora e facciamo saltare il governo? Ma non esiste proprio». Infine, si è detto certo che il premier non intenda ridimensionare il ruolo degli ex forzisti nell’esecutivo: «Non credo – ha detto – che sia nell’interesse della maggioranza, e dello stesso Renzi, ridimensionare un partito come il nostro, serio, affidabile, e che porta i risultati a casa». Il lavoro in questi giorni è quello per costruire una forza autonoma che trovi sponde e alleanze - ad esempio per le prossime Regionali - nelle Marche con il governatore uscente Gian Mario Spacca, che si ricandida in rotta con il Pd, e in Veneto con l’ormai ex leghista Flavio Tosi. Area popolare, insomma, vuole fugare le ipotesi di un suo assorbimento nel "partito della nazione". Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, non a caso smentisce cn nettezza le voci di un suo passaggio nel campo renziano.
Battagliera Nunzia De Girolamo, che incalza Renzi su quattro temi (Sud, partite Iva, giustizia e giovani), chiede rispetto e insiste nella minaccia di dare solo l’appoggio esterno. Non è questione di poltrone, assicura. La De Girolamo si dimise dall’esecutivo Letta per una vicenda basata su conversazioni carpite. E il suo partito perora una riforma che regolamenti le intercettazioni. Lo fa Gaetano Quagliariello. Che solleva una questione di equilibri nel governo. «Perché dovremmo essere penalizzati? Non c’è alcun motivo. Non difendiamo la poltrona delle Infrastrutture ma chiediamo a Renzi lo stesso peso», dice escludendo di essere l’uomo per quella casella (che poi Renzi avocherà a sé).