sabato 18 giugno 2016
​Il premier depotenzia il voto: la vera prova per l’esecutivo è solo il referendum di ottobre. M5s punta alla spallata.
Ballottaggi, Renzi: voto amministrativo
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«Direzione Ostia, il treno giusto siamo noi», twitta Virginia Raggi che parte super-favorita per la corsa a Roma. Un colpo di teatro mica male di M5S per accompagnare quella che potrebbe diventare la vittoria storica per il movimento fondato da Beppe Grillo. Comizio finale a Ostia e trasferimento nel trenino Roma-Lido, affollato nel fine settimana di pendolari e turisti. La Raggi viaggia in piedi 'scortata' dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e dalla senatrice Paola Taverna. Resta invece defilato Beppe Grillo, per ora. «Questo è il M5S, gente tra la gente», dice la candidata per niente scalfita dalle polemiche per le consulenze non portate alla luce. In questa località simbolo ha fatto il pieno al primo turno, e ora l’obiettivo - evidentemente - è bissare. Di Maio si fionda su Facebook: «Ostia uno dei Municipi commissariati per mafia e sappiamo che a Roma, grazie al Pd, è nata un’altra mafia, che si chiama Mafia capitale». Piazza dei Ravennati si riempie di bandiere di M5S, con cartelli con su scritto 'onestà'. «Continuano ad infangarmi. Non abbiamo paura del loro fango», dice Raggi fra gli applausi. Centrale, a Roma, è stata la polemica sulle Olimpiadi: «Quanti di voi ritengono fondamentali i Giochi e Roma? - chiede - Io non ho sentito una voce a favore...». Il Pd fa una scelta diversa. Fatto ogni sforzo possibile per rimettere in pista Roberto Giachetti a Roma, e sostenere Sala a Milano, Fassino a Torino e Merola a Bologna che partono in vantaggio, Matteo Renzi ordina ai suoi dalla Russia di «non cadere nelle provocazioni».  La parola d’ordine è: voto importante per il governo delle grandi città, ma non per il governo che si misurerà invece sul giudizio che la pubblica opinione darà del processo riformatorio al referendum di ottobre. Per il Pd Roma è una partita troppo in salita per farne derivare conseguenze epocali in caso di esito negativo. Ma Roberto Giachetti se la gioca fino in fondo, nonostante il pesante svantaggio da cui parte. Convinto che questo problema di trasparenza sugli incarichi al Comune di Civitavecchia possa pesare sulla sua antagonista, e la invita a chiarire. «Siete uguali a tutti gli altri», dice il vicepresidente della Camera che ha chiuso la sua campagna dall’altra parte di Roma, a oltre 30 chilometri di distanza, al ponte della Musica, al quartiere Flaminio. Altra polemica, il mancato annuncio della squadra: o la giunta l’ho data 15 giorni prima del primo turno. «Voi non siete stati capaci nemmeno di mettere insieme cinque nomi », dice Giachetti. E attacca la Raggi. «Non sai nemmeno a chi vuoi intitolare una strada senza consultare la rete, magari aumentando le pubblicità per il blog di Grillo». Si chiude così la lunga campagna elettorale per le amministrative. Oggi giornata di silenzio. Non solo Roma, vanno al voto tutte le principali metropoli. A Milano, la più incerta delle sfide, tra il candidato di centrosinistra Beppe Sala e quello di centrodestra Stefano Parisi. E poi Torino, Napoli, Bologna. Nel capoluogo lombardo il Pd sperava di avere vita più facile, invece Sala parte con soli 5mila voti di vantaggio e non sa se potranno bastare quelli arrivati in aggiunta attraverso l’appoggio del candidato della sinistra Basilio Rizzo: «Pensate a me, non a Renzi chiede -. Conosco la città otto volte più di Parisi». Ma il centrodestra unito punta a lanciare proprio da Milano un «segnale» al premier, sperando che arrivino in soccorso anche voti in libera uscita di area grillina, con l’obiettivo di poter poi puntare a far prevalere il no al referendum sulle riforme. «Renzi evita Milano, mentre Berlusconi ci manda tutti i giorni segnali di supporto - punzecchia Parisi - Chi vuole cambiare mi voti», strizza l’occhio ai grillini. Per il centrodestra altra sfida importante, sebbene più complicata, a Napoli, dove Gianni Lettieri ci riprova 5 anni dopo contro Luigi De Magistris. Il sindaco ora annuncia: «Dopo le elezioni nascerà un movimento politico non leaderistico, un movimento popolare. Farò il sindaco e Napoli diventerà soggetto politico». «A me - ribatte Lettieri - non interessano i progetti politici nazionali, mi interessa solo risolvere i problemi di Napoli». Torino e Bologna sarebbero il minimo obiettivo per il Pd, se anche Milano dovesse sfuggire. Ma sotto la Mole il risultato non è scontato, e M5S punta a sfondare con Chiara Appendino, convinta di poter rimontare gli 11 punti di vantaggio pescando nell’elettorato di centrodestra, in nome del comune obiettivo di disarcionare il premier.  Sono 126, in tutto i comuni in cui si vota per il turno di ballottaggio, nella sola giornata di domani. Urne aperte per 8.610.142 elettori. Al voto anche Trieste e 14 capoluoghi di provincia: Benevento, Brindisi, Carbonia, Caserta, Crotone, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Olbia, Pordenone, Ravenna, Savona e Varese.
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