mercoledì 16 marzo 2016
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Per lei la maternità è un affare serio. Non per niente di figli ne ha 4, e l’ultima, Sofia, ieri mattina ha partecipato con la sua mamma alla seduta della Commissione Affari sociali del Consiglio d’Europa, a Parigi. Nata 4 mesi fa, non si poteva star lontano senza allattarla, perfino durante la dura discussione sulla gestazione surrogata che si è conclusa con la bocciatura del rapporto De Sutter. Eleonora Cimbro, 38 anni, milanese, è deputata del Pd e delegata all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa: il suo voto, con quello di Teresa Bertuzzi (Pd anche lei), è stato decisivo per affossare il provvedimento. «Abbiamo votato in dissenso rispetto al Partito socialista europeo, di cui facciamo parte. È stata una posizione di rottura per esigenze di coerenza, perché siamo convinte del fatto che la maternità surrogata sia una pratica da superare e mettere al bando, non da regolamentare. Ma il resto del Gruppo socialista ha votato per il sì a un testo che nel corso delle oltre 3 ore di dibattito è stato fortemente emendato. Alla fine un solo voto ha fatto la differenza». Onorevole Cimbro, lo considera un successo personale? «Sì, assolutamente. Ma direi soprattutto che ha vinto il buon senso». Se in aula il Partito popolare europeo ha votato per il no e quello socialista ha votato per il sì – tranne voi due delegate italiane –, fuori dall’aula si è vista un’alleanza trasversale: movimenti femministi insieme a movimenti cattolici. È nato un fronte unitario contro l’utero in affitto? «È nata un’alleanza delle donne, le prime a sostenere che non si possono mercificare i bambini e il corpo femminile». In Italia però il dibattito è iniziato un po’ in sordina... «C’è stata la cautela di alcune esponenti del Partito democratico perché non si voleva che il tema della maternità surrogata fosse collegato a quello delle unioni civili. Io sono perplessa rispetto a questo atteggiamento: credo che i cittadini siano in grado di distinguere e che se sleghiamo le due questioni l’Italia possa fare da capofila nella battaglia per mettere fuori legge la gravidanza surrogata ». La decisione di Parigi segna dunque un’inversione di rotta? «Spero di sì. Oggi abbiamo letto una documentazione molto dettagliata di questa prassi: il pagamento, la separazione del figlio dalla madre, il contratto tra le parti... È impressionante il distacco con cui si parla di vite umane, di persone, di bambini. Si tratta di un fenomeno aberrante, da stroncare a livello globale».
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