La trattativa tra governo e sindacati sulla riforma della scuola verte soprattutto su tre grandi questioni.
1) Meno potere ai presidi su offerta formativa e premi al merito, ma resta la possibilità di scegliere i docenti.
2) Agli abilitati all'insegnamento che non saranno tra i 100mila assunti di settembre sarà riservato un concorso con 60mila posti.
3) Sarà recuperato il dialogo con i sindacati: le sigle saranno convocate al Senato quando il Ddl arriverà a Palazzo Madama.