ANSA
Ai portatori della statua del Cristo Morto e a un gruppo di fedeli di San Michele di Ganzaria, paese della provincia di Catania, diocesi di Caltagirone, durante la processione del Venerdì Santo non è piaciuto il cambiamento del tradizionale percorso della processione, stabilito dal parroco don Antonino Maugeri e dal consiglio pastorale della parrocchia San Michele Arcangelo, d’intesa con le autorità civili e militari.
Questa scelta ha avuto motivazioni di carattere pastorale, volendo accorciare la durata della processione del Venerdì Santo, allungatasi troppo nel tempo e non pienamente rispondente alle esigenze di fede e di devozione di tanti abitanti del paese.
Dalla ricostruzione dei fatti, al di là di alcune strumentalizzazioni a caldo, emerge che nel tardo pomeriggio il fercolo con il simulacro del Cristo, sostenuto da una ventina di portatori, all’improvviso e senza nessun preavviso ha preso un’altra strada (la via Umberto I eliminata per favorire i tempi), per effettuare il vecchio percorso, raggiungendo piazza Monte Carmelo. La deviazione e il ritrovato tragitto, quasi un sequestro della statua, non sono stati graditi dal parroco e dal sindaco Giovanni Petta il quale, prendendo subito le distanze dall’iniziativa autonoma di alcuni, si è tolto la fascia tricolore di rappresentanza e ha continuato la processione da privato cittadino.
Si è voluto, però, evitare l’interruzione della processione per non causare problemi di ordine pubblico, visto che i fedeli si sono ritrovati spiazzati e divisi, chi seguendo il Cristo Morto chi trattenendosi in piazza Vittorio Emanuele.
Sull’accaduto, apparentemente una questione interna fra "tradizionalisti" e "innovatori", nell’ambito della devozione popolare, si è affacciata purtroppo l’ombra di un presunto inchino nei confronti del boss mafioso della zona del calatino, Francesco La Rocca, detenuto in regime di 41 bis, la cui casa nella quale si trovano i familiari si trova proprio sulla piazza raggiunta dai portatori con l’atto di forza.
Su questo episodio la Procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta affidata ai carabinieri del nucleo operativo della compagnia locale, insieme al Comando di San Michele di Ganzaria. Gli investigatori vogliono sgombrare il campo da ogni sospetto, impegnandosi a visionare diversi filmati e ad ascoltare vari testimoni per verificare cos’è accaduto veramente e se ci sono eventuali responsabilità e fini poco trasparenti nel cambio di percorso.
Qualunque sia il motivo del gesto, testimoni riferiscono che non ci sia stato un vero e proprio inchino, ma applausi sia al momento della deviazione sia sulla piazza. La parrocchia e l’amministrazione locale si dissociano comunque da questi gesti sottolineando come la maggior parte della comunità abbia vissuto la manifestazione religiosa con devozione, ordine e serietà.