giovedì 22 gennaio 2015
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Papa Francesco ha ricevuto stamani il personale dell'Ispettorato di Pubblica sicurezza che lavora presso il Vaticano in occasione dello scambio di auguri per il nuovo anno, che segna il 70° anniversario dell’attività della polizia italiana nelle aree intorno a San Pietro. Non perdersi d'animo di fronte a ombre e pericoli “Grato apprezzamento” per il lavoro” svolto quotidianamente “con professionalità e dedizione”. Papa Francesco esprime la sua riconoscenza alla polizia italiana e parla di attese e speranze. “All’orizzonte vediamo anche ombre e pericoli che preoccupano l’umanità. Come cristiani siamo chiamati a non perderci d’animo e a non scoraggiarci. La nostra speranza poggia su una roccia incrollabile: l’amore di Dio, rivelato e donato in Cristo Gesù, nostro Signore. Ricordiamo le parole consolanti dell’apostolo Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? ... Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati» (Rm 8,35.37)”. Pellegrini custoditi dalla presenza della polizia La polizia italiana – osserva il Papa - ha “il compito di custodire e sorvegliare luoghi che hanno grandissima importanza per la fede e per la vita di milioni di pellegrini”. E tante persone che vengono per visitare il cuore della Roma cristiana non di rado si rivolgono agli agenti. “Che ciascuno possa sentirsi aiutato e custodito dalla vostra presenza e dalla vostra premura. Sì, cari fratelli e sorelle, siamo tutti chiamati ad essere custodi del nostro prossimo. Il Signore ci chiederà conto della responsabilità a noi affidata, del bene o del male che avremo compiuto nei confronti del nostro prossimo”. Affidare a Maria ogni preoccupazione Il Papa invoca infine la materna protezione della Vergine Madre all’inizio di questo nuovo anno: “Affidiamo a lei ogni preoccupazione e speranza, perché in tutte le circostanze della vita possiamo amare, gioire e vivere nelle fede del Figlio di Dio che per noi si è fatto uomo”. (Radio Vaticana. Sergio Centofanti)
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