Un gran numero di bambini contraggono il virus dell’Aids «dalle proprie madri, nonostante vi siano terapie per impedirlo» e questo a causa della povertà. Lo denuncia il Papa che in vista della Giornata mondiale dell’Onu contro l’Aids, in calendario il primo dicembre, ha lanciato un «appello» al termine della udienza generale, tenutasi nell’aula Paolo VI in Vaticano.
La Giornata mondiale contro l’Aids, ha ricordato Benedetto XVI prima dei saluti in italiano, è una «iniziativa delle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione su una malattia che – ha voluto sottolineare il pontefice – ha causato milioni di morti e tragiche sofferenze umane, accentuate nelle regioni più povere del mondo, che con grande difficoltà possono accedere a farmaci efficaci». «In particolare – ha aggiunto Benedetto XVI – il mio pensiero va al grande numero di bambini che ogni anno contraggono il virus dalle proprie madri, nonostante vi siano terapie per impedirlo. Incoraggio – è la conclusione dell’appello del Papa – le numerose iniziative che, nell’ambito della missione ecclesiale, sono promosse per debellare questo flagello ». Il tema delle cure negate ai più poveri è caro a Benedetto XVI e alla «politica sanitaria» della Chiesa. Già in altre occasioni poi il Papa ha segnalato le benemerenze della Chiesa nella assistenza ai malati di Aids, tra l’altro sottolineando nel libro-intervista «Luce del mondo» che il 25 per cento delle strutture del pianeta per la cura dell’Aids sono cattoliche.
La Santa Sede, inoltre, non smette di lanciare appelli perché le case farmaceutiche abbassino i prezzi delle medicine che curano l’Aids, soprattutto nei Paesi più poveri. Sono infatti i bimbi dei Paesi del terzo mondo i più esposti a contrarre il virus dalla madre, cosa che potrebbe essere tranquillamente scongiurata se le terapie efficaci contro l’Hiv fossero accessibili a prezzi meno elevati. Sabato, in occasione della Giornata mondiale, sarà diffuso il nuovo rapporto delle Nazioni Unite sulla malattia.