lunedì 1 febbraio 2016
Martedì al Parlamento francese le «Assise per l’abolizione della maternità surrogata» promosse da femministe.
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Gemelle in generale, ma in queste ore più che mai pure nella battaglia internazionale contro la piaga della maternità surrogata. Roma e Parigi – che tra l’altro commemorano i 60 anni del proprio gemellaggio fra capitali – vivono un passaggio di testimone molto simbolico nella mobilitazione contro l’utero in affitto, denunciato vigorosamente al Family Day romano prima di divenire, martedì prossimo a Parigi, il tema centrale delle «Assise per l’abolizione universale della maternità surrogata», ospitate dal Parlamento. Un evento per «mostrare e combattere l’ingiustizia di una pratica sociale che lede i diritti fondamentali dell’essere umano».Non a caso, è giunta in Europa per partecipare ai due appuntamenti pure Jennifer Lahl, la leader americana fondatrice del Center for bioethics and culture network, divenuta con i suoi documentari e le sue petizioni un punto di riferimento globale della battaglia civile. Come ha appena ricordato a Parigi il collettivo femminista Corp, fra i promotori delle Assise, non c’è tempo da perdere. Se l’Europarlamento di Strasburgo ha già condannato con forza e precisione la vergogna dell’utero in affitto, da un altro organismo basato nella stessa città, il Consiglio d’Europa, è giunta invece nelle ultime ore la conferma della senatrice belga Petra De Sutter come relatrice di un rapporto sulla maternità surrogata orientato a favore di una imbarazzante regolamentazione della pratica. Eppure, la senatrice ha già ammesso di aver fatto ricorso a uteri in affitto nella sua attività professionale di primario di ginecologia a Gand. Ma per 21 membri contro 17 della commissione votante, non ci sarebbe conflitto d’interessi.In proposito, Corp ha appena denunciato che la stessa ginecologa «lavora pure con la clinica indiana Seeds of innocence, dove le maternità surrogata è assolutamente commerciale». Si tratta di un centro che «garantisce ai suoi clienti che le madri surrogate non figurino sull’atto di nascita del bambino e che consegnino il bambino alla nascita», continua l’associazione, a cui dà voce in particolare la nota femminista Sylviane Agacinski, fra le relatrici principali di martedì. Il collettivo esprime un’indignazione che alimenterà di certo pure l’incontro parigino: «Che i membri della Commissione affari sociali, che l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che il Consiglio d’Europa mantengano come relatrice di un rapporto che riguarda questioni etiche una persona che sostiene e partecipa al commercio dei corpi delle donne e dei bambini è gravissimo. Inammissibile».Alle Assise si esprimerà innanzitutto la deputata socialista Laurence Dumont, vice-presidente dell’Assemblea nazionale, prima di lasciare la parola a militanti femministe giunte da vari Paesi europei e oltre. Il momento più politico è previsto in chiusura, quando anche parlamentari non solo francesi firmeranno la «Carta per l’abolizione universale della maternità surrogata», già disponibile in 7 lingue (italiano compreso) sul sito dell’associazione Corp, dove può essere sottoscritta alla pagina http://abolition-gpa.org/charte/italiano.
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