In vista della nuova stagione di attività e pellegrinaggi, l’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) dà appuntamento dal 19 al 21 gennaio ai suoi animatori per il tradizionale incontro formativo annuale. Ad Assisi (Perugia) sono attesi circa 300 volontari in rappresentanza dei 30mila animatori che prestano il loro servizio nelle attività dell’Unitalsi, sia durante i pellegrinaggi, sia sul territorio.
La stagione 2024 si presenta ricca di novità, a partire dal primo pellegrinaggio a Lourdes che si svolgerà in occasione dell’anniversario della prima apparizione della Madonna a Bernadette, l’11 febbraio. In quella data, che san Giovanni Paolo II scelse quale Giornata mondiale del malato, guidati dal presidente nazionale, Rocco Palese, circa 600 soci Unitalsi potranno pregare alla grotta di Massabielle.
Rievocando l’udienza con papa Francesco, lo scorso 14 dicembre, Palese sottolinea che «è stato un vero e proprio incoraggiamento a proseguire nel nostro cammino unitalsiano. Nell’essere al fianco di chi è solo, malato ed emarginato, proseguiremo il nostro viaggio insieme a loro, lo abbiamo promesso a noi stessi, ma prima di tutto a loro, in silenzio».
All’incontro di Assisi interverranno anche il rettore del Santuario di Lourdes, padre Michael Daubanes, e i vescovi di Rimini, Nicolò Anselmi, e di Fermo, Rocco Pennacchio, che è l’assistente ecclesiastico nazionale dell’Unitalsi. «Ad Assisi – chiarisce Antonio Diella, responsabile formazione animatori dell’Unitalsi – vengono animatori in tutte le attività dell’associazione, non solo nei pellegrinaggi. Si confrontano sul tema dell’anno che offrono i santuari, in particolare quello di Lourdes, e preparano le modalità e le esperienze da presentare durante il pellegrinaggio a chi vi partecipa».
Tre i filoni principali lungo i quali verranno condotte le riflessioni: «Il primo – osserva Diella – è una sollecitazione all’esperienza personale di Chiesa. Il secondo è il tema dell’impegno nel Terzo settore, e l’ultimo quello dei pellegrinaggi, a Lourdes in primo luogo». «Nel mio intervento – anticipa Diella – sottolineerò il tema della prossimità, perché dobbiamo imparare non solo a parlare con le persone, ma a stare con loro. Infatti l’impegno nelle situazioni di necessità, anche sociale, non si fa solo con proclami, ma coinvolgendosi e condividendo. Come la Chiesa, anche noi siamo una associazione in uscita, sia perché ci muoviamo verso i santuari, sia perché andiamo verso le persone e i loro bisogni.
Se il pellegrinaggio è per tutti, le Sezioni e sottosezioni locali interagiscono con il territorio a seconda delle necessità: «L’Unitalsi si vive e si annuncia per contatto – continua Diella –. Sono tante le esperienze caritative, sempre dalla parte dei deboli. Dalle case famiglia per ospitare bambini che devono essere ospedalizzati con le loro famiglie all’accompagnamento dei malati che devono recarsi in ospedale. Persino le carrozzine che utilizziamo per i malati a Lourdes trovano un reimpiego per coloro i quali attendono le forniture delle Asl: diventano presidi sociali». E, di conseguenza, anche la formazione degli animatori è mirata sui singoli progetti: «Corsi di formazione con psicologi dove si lavora molto con bambini e famiglie, altri per i volontari della Protezione civile».
I problemi non mancano («le difficoltà generali spingono molti a chiudersi, non solo economicamente»), ma «la cosa bella è che all’Unitalsi non abbiamo problemi di età: chiunque viene, trova da impegnarsi. E i giovani vedono l’esempio di volontari che hanno anche venti, trenta o quarant’anni di esperienza». Creando un circolo virtuoso.
Nel 2024 potrà finalmente realizzarsi un progetto da lungo atteso, annunciato dal presidente Palese: il pellegrinaggio nazionale a Lourdes dei piccoli, in occasione della prima Giornata mondiale dei bambini, indetta da papa Francesco per il 25-26 maggio prossimi. Saranno coinvolti i bambini ricoverati nelle strutture ospedaliere con cui Unitalsi collabora da oltre dieci anni nell’ambito del Progetto dei piccoli. «Faremo un grande pellegrinaggio – commenta Diella – per bambini e famiglie. E non solo per quelli malati». Ancora una felice contaminazione, quindi. «Crediamo che sia tempo di camminare per costruire sentieri di pace – conclude Diella – non stando seduti a discutere. E camminiamo verso i santuari, posti che fanno sentire felici nella Chiesa».