Il Parlamento
italiano dà il suo primo via libera alle unioni civili. Il sì dell'aula del Senato arriva diversi anni dopo
quello di quasi tutti i Paesi Ue, a un decennio dalla partita
persa dei Dico e diversi mesi dopo le previsioni dello stesso
premier Matteo Renzi. Segno di una partita difficilissima per il
Pd, disseminata da dissensi trasversali, segnata dalla trincea
di Ap sul nodo cruciale quello delle adozioni poi stralciate, colpita dallo stop del M5S al canguro e sfociata in un
emendamento del governo, con tanto di fiducia, frutto di un
delicato patto con centristi.
Al testo arrivano i 173 sì del
Senato (71 i contrari) in una votazione non priva di una coda
velenosa: quella, per
la prima volta, dei 18 sì verdiniani,
ininfluenti per l'approvazione in prima lettura del ddl ma
determinati nella blindatura, sopra quota 161, della
maggioranza.
È una giornata che "resterà nella storia, ha vinto
l'amore" esulta Matteo Renzi, sottolineando che "se, come
minaccia qualcuno, andrò a casa perché colpevole di aver
ampliato i diritti, lo farò a testa alta". "Abbiamo legato la permanenza in vita del Governo a una battaglia per i diritti mettendo la fiducia. Non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo" ha aggiunto Renzi. Per il ministro Maria
Elena Boschi il ddl "è un contributo alla felicità delle
persone" mentre il Guardasigilli Andrea Orlando parla di "legge
unirà il Paese più di quanto abbia diviso il Parlamento". Il testo arrivato al voto è il maxiemendamento concordato tra le forze che appoggiano il premier Renzi. Un testo che ha rivisto il
ddl Cirinnà
apportando alcune modifiche. Prima tra tutte, quella che ha fatto
sparire la stepchild adoption. Il provvedimento passa ora alla Camera dove,
almeno stando ai numeri, non dovrebbe incontrare ostacoli particolari. Il presidente dei senatori del Pd
Luigi Zanda ha rivendicato la correttezza della scelta della fiducia sul
testo modificato con il maxiemendamento.
"Sono sollevato", è una legge che, con lo stralcio della stepchild adoption "evita scontri e equivoci anche pericolosi", ha dichiarato il presidente
emerito
Giorgio Napolitano, senatore a vita. Favorevoli anche i verdiniani e Ncd, seppure con il dissenso di un gruppetto guidato da
Roberto
Formigoni, che ha però precisato che non ci sarà alcuna fuoriuscita dal partito.
Aperto dissenso è stato manifestato anche dal senatore Ap
Maurizio Sacconi. Durissima l'opposizione della Lega, il cui presidente del gruppo
Gian Marco Centenario ha dato del "Giuda Iscariota" a
Lucio Barani di Ala
(verdiniani).
Scontata la contrarietà di
M5s, che voleva la discussione puntuale in aula senza ricorrere al voto segreto. I senatori grillini hanno però scelto di
non partecipare al voto, uscendo dall'aula.
No alla fiducia anche da
Forza Italia. "Fi è sempre stata favorevole al riconoscimento dei diritti delle coppie omoaffettive, ma contraria alla
stepchild adoption e alla corrispondenza perfetta tra unioni civili e matrimonio. Se il Pd non avesse deciso di affrontare questo tema così delicato
in maniera ideologica, la legge avrebbe potuto essere approvata in pochissimo tempo", ha dichiarato il senatore di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Bilancio,
Andrea Mandelli.
E la Cirinnà guarda avanti: nuova legge sulle adozioni
Il voto di oggi è "un buon risultato, ma solo un primo traguardo - ha detto la senatrice Monica Cirinnà, intervenendo in aula al Senato - altri ne
dovremo superare con lo stesso impegno e la stessa determinazione. Il Partito Democratico ha sacrificato un punto fondamentale del suo
programma": l'adozione speciale del figlio del partner. E ha detto che sta " già lavorando a una riforma organica della legge sulle adozioni, una
legge che dovrà consentire a tutte le famiglie, comunque composte, di poter adottare e tutelare tutti i bambini. "Abbiamo fatto un primo passo per
cambiare - ha concluso Cirinnà - dal Diritto di famiglia al Diritto delle famiglie. Da oggi cambierà la nostra società".
Boschi: non ci sono cittadini di seria B. "Credo che dovrebbe prevalere il buon senso anche nelle dichiarazioni. Il regalo all'Italia è consentire alla Costituzione di trovare piena applicazione e di affermare finalmente che il progetto di vita tra due persone dello stesso sesso non vale meno di quello tra un uomo e una donna. Il regalo all'Italia è dire che non ci sono cittadini di serie B. E questa legge va nella direzione giusta" ha detto il ministro per le riforme e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.
"Abbiamo impedito una
rivoluzione contro-natura e antropologica" esulta il leader di Ap
Angelino Alfano a margine del
consiglio Ue Interni. "Ha vinto il buonsenso perché è
assolutamente di buonsenso dare più diritto ai soggetti anche
dello stesso sesso che compongono un'unione e al tempo stesso
l'istituto giuridico del matrimonio è ben distinto da quello
dell'unione", ha spiegato Alfano.
"È stato un bel regalo all'Italia aver impedito che due
persone dello stesso sesso, cui lo impedisce la natura, avessero
la possibilità di avere un figlio". Parole che accendono un violento botta e risposta con il Pd Speranza che accusa il suo partito di aver fatto un "accordo al ribasso". La legge sulle unioni civili "
è un Frankenstein" che darà adito a "infiniti ricorsi alla Corte Costituzionale", e in più sta avendo un
iter parlamentare che "è un vulnus alle regole della democrazia" poiché "al Senato è stato impedito di discutere". Lo hanno affermato in una conferenza stampa i
capigruppo del centrodestra Paolo Romani, Gianmarco Centinaio e Cinzia Bonfrisco, nonché Gaetano Quagliariello (Idea), Mario Mauro (Pi) e Maurizio Gasparri. Da loro critiche anche al presidente del Senato Pietro Grasso e a Ncd, definiti come "traditori per 30 denari".
In base all'accordo raggiunto, dal testo delle unioni
ciivli spariscono le adozioni gay, niente obbligo di fedeltà
tra i due partner dell'unione. Resta, invece, il mantenimento,
la possibilità di assumere il cognome del partner e
aggiungerlo al proprio, restano i diritti successori e la
possibilità di una separazione lampo. Vengono eliminati i riferimenti agli articoli del codice civile che
regolamentano il matrimonio (modifiche già contenute negli
emendamenti Lumia), così da mettere al riparo la legge dal
rischio incostituzionalità per equiparazione delle unioni
civili al matrimonio. E' stata invece salvata l'ultima parte del vecchio raticolo tre, che di fatto assegna alla libertà di azione
della magistratura ordinaria il delicatissimo tema di stepchild adoption,
vero nodo del contendere tra Ap e Pd.
Renzi alla vigilia del voto aveva definito l'accordo è "un fatto storico". Fatta eccezione per qualche
mugugno nell'area della sinistra dem ("Bisognava evitare la
fiducia", dice Bersani), nel Pd non si levano voci fuori dal
coro. Il capogruppo Luigi Zanda tiene a sottolineare
che ora toccherà alla legge ad hoc sulle adozioni, "da
approvare entro la legislatura". Ma il ministro della Famiglia Enrico Costa frena: "Al momento non è in agenda".
Intanto in una conferenza improvvisata davanti al Senato, Massimo Gandolfini, portavoce del movimento che ha animato il Family Day, torna a criticare la legge e a minacciare ripercussioni al momento del voto. "Ce ne ricorderemo, e ci ricorderemo
del premier in particolare". È il messaggio che lancia a Palazzo Chigi guardando già al referendum sulle riforme, come risposta all'ormai prossimo varo al Senato della legge sulle unioni civili.
"Ce ne ricorderemo, visto che non noi ma lui ha legato il
suo futuro politico al referendum sulle riforme, è una bella data in cui ci ricorderemo chi ci ha offeso in maniera arrogante e proterva". Gandolfini usa toni duri, parla di "dittatura" e fa appello al presidente Mattarella affinché eviti questo sfregio alla democrazia, rappresentato dal voto di fiducia sul tema delle unioni.