Una manifestazione a Parigi per l'abolizione della maternità surrogata - .
È l’ultima frontiera dell’industria dell’utero in affitto: il parto a domicilio, la consegna del bebè tra le braccia della coppia committente, senza nemmeno la seccatura del ritiro nel Paese dove si è firmato il contratto.
La guerra in Ucraina, hub europeo della maternità surrogata, ha accelerato e amplificato una tendenza che già iniziava ad intravedersi. Vista la situazione di insicurezza causato dall’aggressione russa, le coppie committenti cercano di far uscire dall’Ucraina le donne che portano in grembo i loro figli.
I problemi nascono con il parto in Paesi in cui l’utero in affitto è espressamente vietato.
In Francia, informava nei giorni scorsi Le Monde, l’associazione Giuristi per l’infanzia ha depositato cinque denunce contro ignoti per segnalare altrettanti casi di parti sospetti. Succede questo: la madre surrogata partorisce in anonimato, poi si fa avanti il padre biologico (colui che ha fornito i gameti), a cui la donna è legata da un contratto, per il riconoscimento del neonato. Il cerchio si chiude quando la moglie (la madre committente) chiede l’adozione del bambino.
«Un imbroglio dopo il parto», lo chiama esplicitamente, in italiano, Le Monde. Le denunce per «incitamento ad abbandono di neonato» e «simulazione dello stato civile» sono state presentate dai Giuristi per l’infanzia, sigla che si definisce apolitica e aconfessionale ma che viene considerata vicina a La Manif pour tous, alle Procure della Repubblica di Amiens, La-Roche-sur-Yon, Lione, Saintes e Aix-en-Provence. Almeno due di queste procure (La-Roche e Saintes) hanno aperto un’inchiesta su altrettanti casi di puerpere ucraine che hanno partorito sotto anonimato.
«Da quando è scoppiata la guerra, si sono moltiplicate le pressioni per far espatriare le madri surrogate ucraine. In Francia secondo il ministero della Giustizia ci sono diversi casi di coppie committenti che hanno indotto le donne a partorire sotto anonimato, facendo giochi di prestigio giuridici per il trasferimento della filiazione del neonato a loro vantaggio», conferma da Parigi il Ciams, la Coalizione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata.
«In Spagna una fondazione caritativa ha proposto di accogliere le madri portatrici ucraine. Ma non prendiamoci in giro – continuano le tre co-presidenti Devillers, Stoicea- Deram e Garcia –. Queste proposte non sono approcci benevoli alle donne, ma rispondono esclusivamente alle preoccupazioni dei genitori committenti. Sono tentativi pietosi di rimediare alle drammatiche conseguenze di questa pratica disumanizzante».