Chi sono i genitori di un bambino? È sempre più difficile rispondere nel Nuovo Mondo delle infinite varianti della fecondazione in vitro. L’ultimo fattaccio è successo in Gran Bretagna, dove una madre surrogata nel 2015 ha partorito due gemelli, dati subito in custodia alla coppia che li ha commissionati, e che in questo caso ha fornito anche i gameti. Una delle situazioni più "semplici": i futuri genitori legali sono entrambe legati geneticamente ai bambini, e la madre surrogata non ha ricevuto compenso esplicito, come previsto dalla legge britannica, che vieta la "surroga commerciale". Non è dato sapere l’entità dei "rimborsi" ricevuti dalla donna che ha partorito conto terzi. Tutto liscio, allora? Neanche un po’. Per la legge inglese la mamma è chi partorisce. La norma prevede che entro sei mesi dalla nascita venga emesso un parental order, un atto cioè in cui la madre cede il bambino a chi glielo ha commissionato secondo gli accordi stipulati in precedenza. Si tratta di un percorso diverso da quello adottivo, "cucito" su misura per l’utero in affitto, dopo di che i committenti diventano a tutti gli effetti genitori legali del nato. Nel caso in questione la madre surrogata non ha voluto concedere il parental order, e suo marito (padre legale dei gemelli) è d’accordo. Ma non c’è stato un ripensamento: i due non vogliono i bambini, che nel frattempo vivono con l’altra coppia. Il no è per la convinzione di aver subìto una grande ingiustizia.
Le due coppie hanno rotto i rapporti durante la gravidanza: al terzo mese i medici avevano espresso forti preoccupazioni per la salute della gestante, che aveva già compiuto 51 anni, e non era alla sua prima esperienza di surroga. Ma i committenti non erano stati sufficientemente empatici: pare non si siano interessati granché ai problemi di salute cui stava andando incontro la donna che si era prestata alla gravidanza, e il loro atteggiamento aveva offeso la donna incinta e suo marito, che hanno limitato al minimo i contatti con l’altra coppia, fino a non volerne più sentir parlare.La gravidanza poi è stata portata a termine e i committenti hanno cercato di riallacciare i rapporti, inviando più volte foto dei gemelli alla madre surrogata, che però ha fatto sapere di non volerne più ricevere e che, al dunque, si è rifiutata di avviare le pratiche per concedere il parental order «per senso di ingiustizia, e non per il miglior interesse dei bambini», ha spiegato la giudice Justice Theis, della Family Court di Canterbury. La conseguenza è un inedito limbo giuridico in cui si trovano i due gemelli: per la legge inglese continueranno a vivere con la coppia committente, i "genitori biologici e psicologici", che ne avranno la responsabilità fino ai 18 anni, mentre la madre surrogata e suo marito ne sono i genitori legali anche se non vogliono occuparsene, e lo resteranno per sempre, in assenza di parental order (che comunque teoricamente dovrebbe essere concesso entro sei mesi dalla nascita). La mamma surrogata e suo marito non si opporrebbero invece a cedere i gemellini in adozione, ma questa strada non è percorribile legalmente proprio perché le norme sono costruite per due percorsi diversi – adozione e utero in affitto – che non si incrociano.
L’atto di adozione prevede di trattare i bambini adottati come se fossero figli biologici dei genitori che ne chiedono l’adozione, ma in questo caso i gemelli sono effettivamente figli biologici (nel senso genetico) degli aspiranti adottivi, e la legge, come si può intuire, non prevede che siano i genitori biologici ad adottare il proprio figlio. D’altra parte il parental order rimuove il legame creatosi nella gestazione fra madre e figlio, cosa che non accade con l’atto adottivo. I giudici sperano in un ripensamento della madre surrogata, in mancanza del quale si può solo modificare la legge. La verità è che una volta cambiato il paradigma, e stabilito che si è madri (e padri) perché se ne è manifestata l’intenzione stipulando un apposito contratto, e non per aver concepito e partorito un figlio, bisogna essere pronti ad accettarne le conseguenze, tutte quante: la questione da risolvere adesso è quella dell’identità dei nati nel Mondo Nuovo. Di chi sono figli?
In Inghilterra una madre in affitto rompe con la coppia che ha prenotato due gemelli. Non firma l'atto legale ma i bimbi restano ai committenti. Una situazione surreale.
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