La legge contro l’omofobia non c’è ancora, ma i suoi effetti si fanno già
sentire. Per chi, come
Avvenire in questi giorni, evidenzia l’inadeguatezza
(per usare un eufemismo) dei contenuti di certe campagne che si vorrebbero
portare avanti nelle scuole sulle tematiche legate agli orientamenti sessuali –
proposte secondo un’ottica pro-gender – è pronta la denuncia: «Omofobi».
L’accusa, che sa molto di bavaglio da imporre a chi non si adegua al pensiero
unico che si vorrebbe dominante, è stata rilanciata anche ieri dal deputato di
Sel ed esponente del movimento gay, Alessandro Zan. In un’interpellanza urgente
al governo, il parlamentare denuncia quello che definisce 'l’attacco' che anche
Avvenire starebbe portando avanti contro l’Unar, l’Ufficio antidiscriminazioni
razziali, che ha promosso la campagna Lgbt nelle scuole. Secondo Zan, l’intento
sarebbe quello di 'minare l’autonomia' dell’Ufficio. Ma quale autonomia è quella
che volutamente esclude dal dibattito il Forum delle famiglie e le associazioni
dei genitori della scuola, per dare spazio soltanto alle associazioni gay e
Lgbt?