L'utilizzo di questa pillola, ha spiegato, dovrebbe essere deciso solo "come secondo ricorso", non come prima scelta, e dopo verifiche adeguate sullo stato di salute della paziente. In Francia si sono infatti riscontrati diversi casi di embolie polmonari, trombosi gravi e addirittura decessi legati all'uso di pillole di terza generazione da parte di pazienti predisposte a rischi coagulatori, nonostante i numerosi avvertimenti lanciati in tal senso dall'Ansm. Il 14 dicembre scorso, inoltre, c'è stata la prima denuncia penale da parte di una dellepazienti colpite, una ventisettenne rimasta invalida al 65% dopo un ictus, secondo i medici collegato all'uso della pillola, che ha fatto causa alla Bayer, produttrice del farmaco, per 'messa a rischio involontaria della vita umanà.
Per i prossimi mesi, ha spiegato ancora Maraninchi, l'Agenzia transalpina sta anche studiando la possibilità di "condurre uno studio di farmacoepidemiologia, per misurare l'impatto di queste pillole sulla situazione sanitaria francese globale", e per decidere se "prendere delle misure più radicali" su prescrizione e uso del medicinale. Alcuni componenti del consiglio d'amministrazione dell'Ansm, tra cui il deputato socialista Gerard Bapt, chiedono infatti provvedimenti che vadano "più lontano", anche fino a "rimettere in discussionela presenza sul mercato" di questo tipo di pillole, oggi usate da almeno 1,5 milioni di donne in Francia.