giovedì 16 giugno 2016
Martedì al voto le due proposte di legge.L'OPPOSIZIONE «Chi non si oppone con noi diventa complice di un reato»I LA MAGGIORANZA Tattica e astuzie: i socialisti e il coraggio perso per strada
Maternità surrogata, la Francia batte un colpo
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Mozione di rifiuto preventivo. Alle 17 e 30 di giovedì, nell'emiciclo dell'Assemblée Nationale, il gruppo socialista, che gode in teoria di una maggioranza schiacciante, ha sfoderato una delle armi più controverse concesse dal regolamento parlamentare per tentare di evitare il voto delle due proposte di legge appena presentate dall'opposizione di centrodestra, decisa a portare finalmente in aula il tema della maternità surrogata, creando così pure un precedente che non potrà più essere ignorato dagli altri parlamenti del Vecchio continente: occorre opporsi agli aggiramenti della legge, che punisce già la piaga, certo, ma in modo insufficiente, come sostengono tutti gli esperti e come insegna pure l'accavallarsi di foschi casi di cronaca. A rappresentare il governo francese per un simile testo potrebbe esserci la ministra della Sanità, Marisol Touraine. Ma invece l'esecutivo schiera un segretario di Stato, Jean-Marie Le Guen, titolare delle relazioni con il Parlamento.  Dopo tanti duri proclami di condanna da parte dell'esecutivo su un fenomeno ritenuto inaccettabile, ma rimasti senza seguiti concreti nei fatti, l'utero in affitto è un tema divenuto imbarazzante per la maggioranza. Fin dall'inizio, non mancano di ricordarlo Philippe Josselin e Valérie Boyer, i deputati neogollisti autori delle proposte di legge in discussione. Il primo chiede che la Costituzione accolga in modo chiaro il principio secondo cui il corpo umano non è una merce che si può affittare. Un comma all'articolo 1 della Carta andrebbe previsto in questi termini: «La Repubblica francese, fedele ai suoi valori umanistici, assicura e garantisce il rispetto dell'indisponibilità del corpo umano». Ben più lunga, la bozza della Boyer vuole invece soprattutto ridefinire e inasprire il quadro penale, dato che la maternità surrogata è stata finora condannata (seppure raramente) attraverso il ricorso a diversi reati, a cominciare da quello di «abbandono di minore». Tutto pare dunque predisposto per trasformare la seduta in una delle più brevi nella storia recente del Parlamento francese. Anche perché si tratta di una «nicchia parlamentare dell'opposizione», ovvero una seduta in genere poco frequentata. Ma al momento del voto della mozione di rifiuto la maggioranza si accorge che i ranghi dell'opposizione sono più serrati del previsto. Comincia allora una successione di sospensioni chieste dalla sinistra per attendere rinforzi. Ma alla fine la mozione viene votata e bocciata con 5 voti di scarto. Le proposte di legge sono così riuscite sorprendentemente ad aprirsi una breccia nel gioco parlamentare della maggioranza, con grande soddisfazione dei promotori. Il voto dei testi slitta a martedì prossimo, 21 giugno, quando i socialisti cercheranno probabilmente di non farsi più sorprendere. Ma fra un intervento e l'altro si è compreso che la battaglia parlamentare è ormai avviata, anche perché, paradossalmente, nessuno dei deputati presenti – anche nella gauche – ha osato contraddire il Governo sul principio di una necessaria condanna della pratica. Le proposte di legge sarebbero accettabili ma «ridondanti», è stata la linea di difesa di Le Guen e del gruppo dei deputati socialisti, bersaglio di una raffica di accuse dall'opposizione sull'«ipocrisia» dell'esecutivo che «condanna ma lascia fare». Il dibattito ha preso a tratti pieghe quasi surreali, quando la deputata socialista Anne-Yvonne Le Dain, nota femminista opposta alla surrogata, ha lasciato di stucco i colleghi di partito imbottendo i 5 minuti a lei concessi con una serratissima requisitoria contro tutti i danni che la pratica provoca sul corpo delle donne. Ma allora, hanno ripetuto molte voci dell'opposizione, perché «non superare per una volta gli steccati di partito» in nome della «nobiltà» di un parlamentarismo che agisce per il bene collettivo? «Se non ci offrirete una risposta martedì, ce la daremo nella prossima legislatura», ha affermato in chiusura la Boyer. Gosselin ha biasimato il «voto rubato» da una maggioranza «obbligata a cavarsela usando espedienti». Ma al termine di uno scambio divenuto molto più denso del previsto, il fronte abolizionista non può che rallegrarsi per i segnali favorevoli raccolti in aula: l'assenza di voci favorevoli alla surrogata, la somma d'invocazioni ascoltate a favore di un «sussulto repubblicano» contro la piaga, la qualità del dibattito che ha fatto spesso riferimento alla necessaria attenzione verso le prossime tappe a livello europeo, soprattutto al Consiglio d'Europa, dove il tema tornerà già la settimana prossima.

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