Certe idee lasciano, a dire poco, perplessi... anche gli angeli - Pixabay free
Dagli Stati Uniti arriva la notizia che seguendo un particolare processo batteriologico in soli 30 giorni i corpi dei defunti si decompongono, con i resti consegnati ai familiari che possono utilizzarli per concimare il giardino o seppellirli sotto un albero.
La proposta arriva dall’azienda Recompose che sta lanciando un progetto di compostaggio umano per funerali eco-sostenibili che, a dire della fondatrice Katrina Mogielnicki Spade, consentirebbe di risparmiare sulle emissioni di carbonio rispetto alla cremazione o alla sepoltura tradizionale. Il trattamento – aggiunge – sarebbe nato per le preoccupazioni crescenti sul cambiamento climatico, motivazione condivisa da migliaia di persone iscritte alla newsletter dell’azienda. Il servizio, attivato nello Stato di Washington, resta comunque uno dei tanti modi per fare business.
Se va ricordato che gli Usa – tra i maggiori produttori di anidride carbonica – hanno ben altri campi su cui lavorare per ridurre le emissioni, non ci sono prove scientifiche sulla riduzione effettiva di anidride carbonica grazie al compostaggio. Vale la pena di mettere in rilievo un dato preoccupante di cui la singolare notizia è segnale: la riduzione della persona umana alla sua dimensione biologica, dimenticando quella simbolica del corpo.
Torna in mente un lontano articolo di Fulco Pratesi, nel quale si sosteneva che i cimiteri umani sono inquinanti e che si sarebbe dovuto abolirli, lasciando solo quelli per gli animali di affezione che dunque non sarebbero considerati pura materia biologica come invece il povero uomo.
Anche a non voler considerare l’uomo come l’essere spirituale che è, nessuno può negare che il corpo di una persona umana resti qualcosa di speciale, con la sua dimensione simbolica che ha generato fin dalla preistoria il culto per i defunti. La mentalità consumistica va intaccando anche queste dimensioni dello spirito mentre nasce un approccio totalmente utilitaristico alla persona e al suo corpo. Da respingere.