.jpg?width=1024)
Banca Balti sul palco del Festival di Sanremo - Alberto Terenghi / ipa-agency.net
“Tutta l’Italia” – per riprendere il tormentone sanremese – ha visto. E ha capito, probabilmente come non era ancora accaduto (non con questa forza emotiva), che non ha alcun senso la discriminazione anche solo involontaria e istintiva verso chi porta sul suo corpo i segni di una patologia oncologica. La presenza statuaria e insieme umanissima di Bianca Balti, la trentenne top model lodigiana di fama mondiale che ha affiancato Carlo Conti nella conduzione della seconda serata del Festival, ha mostrato sul palco dell’Ariston con quanta naturalezza, eleganza e grazia ci si può presentare “in società” (che per Sanremo significa una dozzina di milioni di spettatori) senza i capelli, conseguenza delle terapie per curare il tumore ovarico che le è stato diagnosticato nel settembre 2024.
Nulla di cui vergognarsi, nessuna parrucca o travisamento, la propria realtà attuale esposta così com’è, con semplicità e gioia. Il messaggio di Bianca è di una umanità ferita da un limite che non si nasconde per la malattia ma la mostra per quello che è: una parte di sé stessi, accettata con la piena consapevolezza che solo vedendola e chiamandola per nome c’è speranza di non restare soli ad affrontarla. Una lezione alla società del perfettismo, che in poche ore di tv anche solo per questo memorabile ha rovesciato la condanna implicita del malato a dissimulare le tracce del suo limite. Mostrarlo senza vergognarsene forse ci ricorda che quel limite riguarda tutti, per questo si prega il malato di stare nascosto, o di non rammentarci la nostra fragilità.
A una società che viene diseducata a rimuovere la vulnerabilità e la morte come condizioni insopportabili Bianca Balti ha mostrato una nuova, abbagliante bellezza: quella della nostra comune realtà umana, con tutta la sua fatica, che diventa luminosa se la teniamo tutti per mano, la abbracciamo, le diciamo che nessuno deve “nascondersi” perché disabile, anziano, malato, inconsapevole di sé (non a caso la canzone di Cristicchi per la madre anziana e malata ha sorpreso molti a commuoversi, dentro il teatro e davanti alla tv?). Per questo le siamo grati. E non solo noi.
«Bianca Balti ci ricorda che la vita, anche di fronte alle difficoltà, merita di essere celebrata». Lo dice Elisabetta Iannelli, segretario generale della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo). «Scegliendo di partecipare a Sanremo come top model, e non come paziente oncologica, dimostra resilienza e positività. La sua decisione di concentrarsi sulla gioia, invece che sul dolore, è una testimonianza della sua forza e un faro di speranza per molti. La presenza di Bianca a Sanremo è un vero e proprio inno alla vita. Questo riflette il motto di Favo per la giornata del malato oncologico: “Vinciamo insieme la vita”. Come lei stessa ha dichiarato, con forza e dignità, non vuole essere considerata solo come una malata di cancro, ma come una persona a tutto tondo. Bianca, come tutti coloro che hanno affrontato il cancro, è una persona per tutta la vita, mentre il tumore è un incidente di percorso, un accidente transitorio. La nostra unicità – conclude Iannelli – ci fa vivere il tempo dopo la diagnosi in modo unico e personalissimo, ma siamo accomunate da uno smisurato amore per la vita. Balti ha portato sul palco dell'Ariston la bellezza e la forza della vita oltre la malattia. Ha trasmesso emozioni positive e ha affermato anche nei fatti e con grande dignità il valore del lavoro per chi si ammala di tumore. La sua presenza a Sanremo rappresenta un momento di grande significato, in cui la bellezza e la forza delle donne che affrontano la malattia vengono valorizzate».
Di Bianca Carlo Conti aveva detto che a Sanremo si è mostrata come «una mamma (ha due figli nati nel 2007 e 2015, ndr), una modella e in questo momento soprattutto una guerriera. Credo che la sua presenza valga più di mille monologhi, più di mille altri discorsi sull’argomento e spero che sia stato un grosso esempio per tante donne, per tanti uomini che in questo momento stanno lottando contro le malattie». La stessa modella ha dichiarato di essere a Sanremo non per «fare la malata ma per celebrare la vita. Quando ho deciso di rispondere di sì alla chiamata per il Festival ho detto subito: non vengo a fare la malata di cancro, sono una professionista. Sono venuta in qualità di top model ma non perché non voglia raccontare il dolore, purtroppo lo vediamo ovunque ci giriamo: voglio essere una celebrazione della vita, lo voglio vivere così. E anche quando mi viene un po’ di ansiettina, dico a me stessa: Bianca, sei venuta per divertirti. Potevo stare a letto e piangermi addosso e invece no: parleremo dei miei dolori in un’altra sede».
Entusiasta per la presenza di Bianca Balti nel programma televisivo più seguito dell’anno anche Franco Perrone, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), per il quale è «positivo che la malattia la si mostri senza vergognarsene, perché non è una vergogna. Credo che l'immagine di una paziente in corso di trattamento, che lavora e lo fa anche affrontando una grande esposizione a Sanremo, sia un grande messaggio di incoraggiamento per tutti coloro che si trovano nelle stesse condizioni di malattia». Un incoraggiamento «circa la possibilità di affrontare le cure senza che queste stravolgano la vita o la propria attività lavorativa. Convivere con il cancro, e per tempi anche molto lunghi, è uno degli obiettivi raggiunti grazie ai progressi terapeutici e se durante questa convivenza la qualità della vita, che include la capacita relazionale, rimane alta, vuol dire che siamo sulla strada giusta. La presenza di Balti rappresenta un segnale di ottimismo, e il palco diventa uno strumento di incoraggiamento per tanti pazienti oncologici». E questo, comunque vada, per Sanremo è già un successo.