Lambert in ospedale con la madre in una foto del 2013 (Ansa)
I trattamenti per tenere in vita Vincent Lambert sono ripresi. Lo ha annunciato l'avvocato dei genitori dell'uomo, il giorno dopo la decisione in proposito della Corte d'appello di Parigi. «Siamo felici di annunciarvi che il dottor Sanchez e l'ospedale hanno riattivato l'alimentazione e l'idratazione di Lambert e hanno bloccato la sedazione continua», ha dichiarato il legale, Jean Paillot, parlando fuori dall'ospedale Sébastopol di Reims. L'iter per l'interruzione dei trattamenti era stato avviato lunedì mattina.
La giornata di lunedì
Privato d’acqua e cibo. Avviato alla morte sotto sedazione in una camera d’ospedale a Reims. Ieri la Francia e l’Europa in lotta per il diritto alla vita si sono ritrovate simbolicamente al capezzale di Vincent Lambert, il paziente tetraplegico in stato di coscienza minima vittima di un incidente stradale nel 2008. In serata però la Corte d’appello di Parigi ha ridato speranza ordinando la ripresa delle cure. La decisione è stata assunta dopo l’ennesimo ricorso dei familiari contrari alla sospensione dei trattamenti.
Già al mattino i medici del Policlinico universitario avevano innescato l’iter terminale già annunciato, asportando il sondino gastrico del 42enne in nome di un’interpretazione controversa della nuova legge francese sul fine vita. Le sue ultime giornate sono state programmate tra misure di sicurezza eccezionali. Come se si cercasse di attutire le ondate di dolore, sgomento e sdegno suscitate dal caso, non solo in Francia.
L’altro elemento portato a sostegno dell’attivazione del protocollo terminale, sempre secondo Leonetti, riguarda le dichiarazioni della moglie del paziente, divenuta tutrice legale e schierata da anni dalla parte del far morire. Secondo lei, Vincent si era detto contrario all’idea di un mantenimento in vita in uno stato prolungato di estesa dipendenza. Ma per un paziente capace di respirare autonomamente, di aprire gli occhi, di dormire in modo regolare, di reagire in certi casi lievemente agli stimoli, è lecito parlare di un mantenimento in vita “artificiale”?
La madre: lo stanno uccidendo senza neanche avvertirci
«Lo stanno uccidendo, senza averci detto nulla, sono dei mostri» afferma la madre di Vincent Lambert citata da Bfm-Tv. La donna aggiunge di averlo «appreso questa mattina via mail». Mentre il suo legale, Jean Paillot, denuncia uno «scandalo assoluto». Per i genitori e per il movimento di solidarietà che si è creato attorno a loro, Lambert non è una persona in punto di morte poiché «la sua è una grave situazione di handicap». La moglie di Lambert, suo nipote e sei fratelli accettano invece la decisione dei medici.
IL DIRETTORE RISPONDE Vincent Lambert non deve essere ucciso. Scienza e legge esitano, testa e cuore no di Marco Tarquinio
Il tweet del Papa: custodiamo sempre la vita
Il Papa non lo cita espressamente, ma sembra evocare il caso Lambert il tweet odierno di Francesco: «Preghiamo per quanti vivono in stato di grave infermità. Custodiamo sempre la vita, dono di Dio, dall’inizio alla fine naturale. Non cediamo alla cultura dello scarto».
Il video diffuso dai genitori
#VincentLambert, voilà l'homme qu'ils sont en train de mettre à mort au CHU de Reims.
— Je soutiens Vincent (@SoutienVincent) 20 maggio 2019
Vincent est vivant et handicapé. Hier, devant ses parents il a pleuré.
Vidéo de @Valeurs pic.twitter.com/ZLkP41G1Q6
Il Vaticano: no alla cultura dello scarto
"Nel condividere pienamente quanto affermato dall'Arcivescovo di Reims, mons. Éric de Moulins-Beaufort, e dal Vescovo Ausiliare, mons. Bruno Feillet, in relazione alla triste vicenda del Sig. Vincent Lambert, desideriamo ribadire la grave violazione della dignità della persona, che l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione comportano. Lo 'stato vegetativo', infatti, è stato patologico certamente gravoso, che tuttavia non compromette in alcun modo la dignità delle persone che si trovano in questa condizione, né i loro diritti fondamentali alla vita e alla cura, intesa come continuità dell'assistenza umana di base". Così in una dichiarazione congiunta il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e la Pontificia Accademia per la Vita.
"L'alimentazione e l'idratazione costituiscono una forma di cura essenziale sempre proporzionata al mantenimento in vita: alimentare un ammalato non costituisce mai una forma di irragionevole ostinazione terapeutica, finché l'organismo della persona è in grado di assorbire nutrizione e idratazione, a meno che non provochi sofferenze intollerabili o risulti dannosa per il paziente.
La sospensione di tali cure rappresenta, piuttosto, una forma di abbandono del malato, fondata su un giudizio impietoso sulla sua qualità della vita, espressione di una cultura dello scarto che seleziona le persone più fragili e indifese, senza riconoscerne l'unicità e l'immenso valore. La continuità dell'assistenza è un dovere ineludibile. Auspichiamo, dunque, che possono essere trovate al più presto soluzioni efficaci per tutelare la vita del Sig. Lambert. A tale fine, assicuriamo la preghiera del Santo Padre e di tutta la Chiesa".