sabato 30 luglio 2016
​Secondo il settimanale cattolico "The tablet" medici e infermieri che obiettano all'aborto vengono emarginati e disciplinati. Fonte della notizia il comitato parlamentare che rappresenta le associazioni della vita
Uk, discriminati i medici obiettori di coscienza
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​Emarginati e discriminati. Non fanno carriera i medici britannici che scelgono l' obiezione di coscienza e si rifiutano di prendere parte ad aborti. Lo riferisce il settimanale cattolico "The Tablet" secondo il quale un' inchiesta del "Gruppo parlamentare a favore della vita", che ha esaminato centinaia di testimonianze di individui e rappresentanti di istituzioni, ha messo in luce che l'obiezione di coscienza non viene sostenuta. Medici e infermieri - lo hanno riconosciuto anche associazioni e istituzioni abortiste -vengono messi sotto pressione affinchè si rendano disponibili a portare a termine interruzioni di gravidanza. Se non lo fanno diventano vittime di un atteggiamento persecutorio. Insomma la clausola della legge sull'aborto del 1967, che rende legale l'obiezione di coscienza, viene regolarmente disattesa. Il gruppo di Westminster che raccoglie i rappresentanti dei vari partiti che sono contrari all'aborto ha usato anche dati forniti dalla "British medical association", l'organo professionale che rappresenta la professione medica. "E' quasi impossibile fare carriera in ostetricia e ginecologia se sei obiettore di coscienza", ha dichiarato al "Tablet" il dottor Philip Howard, presidente del "Comitato etico medico" della Associazione dei medici cattolici, la "Catholic Medical Association". Secondo Howard medici e infermieri che fanno obiezione di coscienza rischiano un procedimento disciplinare mentre la grande maggioranza verrebbe licenziata. "C'è una cultura alimentata dalla paura", ha detto ancora il dottor Howard, "che rende difficilissimo obiettare all'aborto".
 
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