Dopo due mesi di apprendistato Quora, il social network che promette risposte (e risponditori) di massima qualità a qualsiasi domanda, è stato lanciato ufficialmente in italiano, e a me è venuta immediatamente la curiosità di vedere come se la cava con i contenuti religiosi. Così mi sono iscritto. La prima impressione è stata che anche su questo negozio, come su quello del primo ministro inglese Tony Blair, campeggiasse il cartello: «We don't do God» («Dio non lo teniamo»). Mi sono infatti stati proposti una serie di macro-argomenti, invitandomi a selezionare quelli di cui mi interesso, e "Religione" non c'era. Man mano che ne ho cliccati alcuni si sono però aperti nuovi argomenti, correlati o derivati; così ho proseguito scegliendo gli ambiti che immaginavo portassero a quelli religiosi (ad esempio filosofia, etica, morale, psicologia)... Ma "Religione" non è arrivato.
Allora ho interrotto la scelta degli argomenti e ho provato a porre un paio di domande: una più radicale, «Dio esiste?», e l'altra più tecnica, «Il Papa è infallibile?». Non escludo che qualcuno mi stia rispondendo: il bello di questo social network infatti è che funziona proponendo agli iscritti, che devono dare la loro vera identità, di rispondere alle domande per le quali si sono dichiarati esperti, esponendosi anche a un "voto" sulla qualità delle loro spiegazioni. Cioè, premia l'autorevolezza.
Finalmente, ho interrogato Quora non per porre una domanda ma per fare delle ricerche. Ho trovato presenti, ma ancora vuoti, gli argomenti Esistenza di Dio e Gesù; otto domande e risposte su Cristianesimo, cinque su Islam, quattro su Cattolicesimo, tre su Papa Francesco. Insomma, sicuramente è presto per fare al Quora italofono l'esame di religione. Ma credo di aver capito che questo negozio "terrà" molto o poco "Dio" nella misura in cui riceverà domande in proposito, né più né meno di quel che fa una libreria di catena quando decide quanto spazio dare allo scaffale "religione" e quali volumi esporvi. Ne riparleremo, spero.