domenica 17 luglio 2011
Che cos'è la vita? Il dibattito sulle Dat fa emergere i diversi concetti che se ne ha in corrispondenza con le ideologie professate. Le diverse definizioni usate nel campo dell'eutanasia, in cui Umberto Veronesi è un leader, indicano che meno valore si attribuisce alla vita e più vicino diventa il tragico traguardo dell'eutanasia. Per Veronesi la vita è un semplice «ciclo biologico», come lui scrive su La Stampa (mercoledì 13): «Il testamento biologico potrebbe avere anche un valore educativo, perché obbliga ognuno […] a interrogare se stesso su come vorrebbe concludere il proprio ciclo biologico». Questa definizione così meschina è in perfetta sintonia sia con il «testamento biologico» sia con l'«amministratore di sostegno» che, nel linguaggio degli eutanasisti, sembrano il primo convocare accanto al letto del de cuius morituro un biologo invece del medico; e il secondo assimilare la morte a un'assemblea di condominio. La povertà di queste espressioni manifesta una specie di miopia antropologica, che si può spiegare con la radice greca bios, usata nella terminologia scientifica, ma che non va oltre l'aspetto fisico della vita, mentre – come Benedetto XVI ricorda nel suo Gesù di Nazaret – il termine greco zoe, usato fin dal Prologo del Vangelo di Giovanni, marca la differenza con la «vita vera, quella che trascende la biosfera e che rimane» dopo la morte e che indusse i primi cristiani, che sapevano guardare lontano, «a chiamarsi semplicemente hoi zontes, i viventi» (vol. 2°, pag. 97 sgg). Qualcosa di più di un semplice contrasto antropologico tra miopia e ipermetropia.

DECOSTRUZIONE
C'è stata una polemica, su Panorama, tra l'ex ministro Sandro Bondi e il super-ateo Piergiorgio Odifreddi a proposito del libro di questi Caro Papa, ti scrivo. Bondi aveva parlato dell'«Odifreddo dell'anima» e il matematico, noto per la sua campagna antiteista, ha replicato (mercoledì 13) ammucchiando nel proprio negazionismo anche il Credo e la Introduzione al Cristianesimo del cardinale Ratzinger: «Oppongo a quelle antiche affermazioni [...] le precise novità della logica e della scienza del Novecento». Per esempio: «Come la neurofisica decostruisca l'intera nozione di volontà, sulla quale si basano la possibilità del peccato e la separazione dei cattolici dai protestanti». Veramente la separazione è avvenuta al contrario, salvo che non si tratti di una novità della logica odifreddiana. Il libro Caro Papa propone poi «una visione razionale e scientifica del mondo», da cui scaturirebbe la verità. Ahimè, qui inciampa l'Odifreddi, perché proprio la ragione mostra come poche cose siano mutevoli quanto «gli insegnamenti della scienza sull'universo, la vita, la coscienza e la morte». Si vedano per l'universo le mutazioni da prima a dopo Galileo; per la vita quanto è scritto più sopra; per la coscienza l'impossibilità della scienza a parlarne; idem per la morte che la scienza può, al massimo, constatare (ma perfino di questo si discute). E per la volontà, caro e logico Odifreddi, proprio la neurofisica mette lei in difficoltà, se è vero che anche la sua è in fase di decostruzione.

ARRIVEDERCI
Avviso ai miei 23 lettori: questa rubrica va in vacanza fino al 20 agosto. Ci rileggeremo domenica 21.
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