martedì 6 agosto 2024
Lo spezzatino del ciclope rosso
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«Che finale!», si poteva udire in tutte le lingue in ogni ‘fan zone’ olimpica di Parigi, anche l’indomani dei 100 metri d’atletica forse più serrati di sempre. Uscito ultimo dai blocchi, l’americano Noah Lyles ha rimontato strepitosamente, purtroppo pure sul nostro Marcell Jacobs, campione uscente. Ma al traguardo, dove è giunto 9,79 secondi dopo lo sparo dello starter, Lyles ha ritrovato il giamaicano Kishane Thompson, anch’egli con lo stesso tempo, almeno se si ragiona in centesimi di secondo.

Come se non bastasse, la finale allo Stade de France si è svolta a soli 19 km a volo d’uccello dall’organismo (Bureau internazionale dei pesi e misure) che dà ogni giorno al mondo l’ora legale internazionale. Così, l’eventuale incapacità di separare i ‘crono-siamesi’ Lyles e Thompson avrebbe proprio destato supremi rossori.

Per fortuna, il traguardo è scrutato da un ciclope rosso ultratecnologico, chiamato Omega Scan ‘O’ Vision Myria. Ovvero, il fotofinish ufficiale più sofisticato di sempre. Il suo compito è di far lo spezzatino degli attimi cruciali di gara, tramite la cattura e il raffronto di oltre 10mila istantanee al secondo. Così, per amor di precisione e anche per evitare risse fra atleti e delegazioni, al ciclope rosso della ditta svizzera d’orologi — cronometrista ufficiale ai Giochi fin da Los Angeles 1932 —, non è affatto sfuggito che Lyles e Thompson erano separati in realtà da ben 5 millisecondi. Un’ennesima prodezza che ancor più ci rende fieri di padroneggiare il tempo, o quasi.

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