La Tour Eiffel con i cinque cerchi olimpici - Fotogramma
Il 22 luglio, dal suo Paese sul delta del Gange e demograficamente denso come un uovo, era giunto in una capitale olimpica decisa a fare dei Giochi un simbolo planetario per l’ecologia, l’inclusione, la parità. Ma il Nobel per la pace Muhammad Yunus, ispiratore del lato sociale e responsabile di Parigi 2024, aveva pure altri pensieri. Solo un’ora dopo l’atterraggio a Roissy, accettando un’intervista con Avvenire, ci diceva: «Quanto accade in Bangladesh è spaventoso. Il governo uccide a ogni ora. La gente non può uscire di casa e il Paese sta diventando una sorta di prigione per 170 milioni di persone. È una fase di anarchia, ma occorre trovare il modo di fermare il governo».
Fra una domanda e l’altra, nondimeno, il volto del famoso "banchiere dei poveri" restava calmo e luminoso. Come se vi dansasse già qualche presentimento del seguito a sorpresa: il ritorno fra i suoi per guidare una transizione dal profumo incoraggiante e scrutata dal mondo intero, facendo vibrare pure le comunità bengalesi d’ogni continente.
A Parigi 2024, con la coloratissima India House dagli spettacoli mozzafiato e un autentico forcing diplomatico, il governo indiano ha promosso il progetto ambizioso di accogliere i Giochi nel 2036. Proprio mentre, un podio dopo l’altro, mostravano i muscoli gli atleti medagliati di un’Asia sempre più coralmente rampante pure nello sport. Per questo, alla fine, è toccante che il messaggio asiatico più potente di questi giorni olimpici giunga invece da un 84enne canuto dalla calma intrepida che non la smette più di ricordare gli ultimi.