Salvo Sottile ha rimesso il giubbotto ed è risalito in auto. È ripartito così il viaggio di Prima dell'alba, il programma “on the road” prodotto da Stand by Me, in onda il lunedì in seconda serata su Rai 3, che dopo il successo della stagione d'esordio si è guadagnato la ripartenza con uno speciale di due ore in prime time per poi tornare alla collocazione originaria e alla durata di 45 minuti. Tutto come prima, insomma, anche perché la formula vincente, come la squadra, non si cambia. Persino l'incipit è lo stesso: «È l'ora in cui la città si chiude in un suo guscio sicuro. O forse di una fragilità spaventosa. È l'ora delle trasgressioni che si liberano confortate dall'oscurità, ma anche dei lavori indispensabili. Stanotte sarà un lungo viaggio che si fermerà solo prima dell'alba». Sottile continua pertanto a condurci alla scoperta dell'Italia notturna proponendo ogni volta cinque storie tra mestieri curiosi e scelte di vita. È così che nella puntata di lunedì scorso abbiamo scoperto che a Milano esiste una palestra aperta 24 ore su 24 dove si pratica lo «scacchipugilato», una disciplina che prevede lo scontro tra due sfidanti davanti alla scacchiera e sul ring. Nel quartiere Monti di Roma abbiamo invece fatto conoscenza con un artigiano eccezionale, Mathias Menanteau, un liutaio francese che ama lavorare di notte. E poi altre storie fino a quella dell'eremita della Costa Smeralda, Mauro Morandi, l'unico abitante dell'isola di Budelli (Sassari), che offre a Sottile la conclusione ideale della puntata: «I tramonti conoscono cose che le albe possono solo immaginare». Del resto anche le chiose del giornalista alla fine di ogni frammento sono sostanzialmente letterarie, quasi auliche, a volte in contrasto con la stessa vicenda raccontata. È il caso, sempre nella puntata dell'altro ieri, di una storia di sadomasochismo: due uomini e due donne che praticano una squallida assurdità definita «face sitting». Le trasgressioni fanno parte della notte e del viaggio-inchiesta di Prima dell'alba, ma nel raccontarle, va detto, non c'è compiacimento, anzi: spesso c'è perplessità e nemmeno poca, oltre al distacco giornalistico. A sostegno del commento parlato anche quello musicale con i brani (da Fabrizio De André a John Lennon) che ogni volta vengono inseriti tra una storia e l'altra.
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