Gli algoritmi della medicinaPaoloBenanti
giovedì 10 febbraio 2022
Le intelligenze artificiali stanno cambiando il mondo: ogni attività umana, dalla medicina alla sicurezza nazionale, stanno subendo profonde trasformazioni. I sistemi dotati di AI non solo aiutano l'uomo ma in sempre più situazioni danno luogo a sistemi – bot o robot – completamente autonomi. Di fronte a questo diluvio di intelligenza artificiale è urgente una nuova missione che deve coinvolgere la Chiesa: trasformare l'innovazione in sviluppo, cioè mantenere la cura e la medicina centrate sulla persona. Più le intelligenze artificiali diventano universali più è necessario sviluppare un nuovo linguaggio che sappia gestire l'innovazione.
Le intelligenze artificiali sono artefatti tecnologici, ma differenti da quelli prodotti fino a oggi. Tutti gli strumenti che abbiamo prodotto consentono all'uomo di svolgere alcuni compiti. Dalle clave primitive fino alle grandi macchine industriali, gli strumenti servivano a fare meglio, più velocemente e in maniera più efficace dei compiti precisi. Le AI, tanto nei bot quanto nei robot, superano il concetto di artefatto e di macchina che conoscevamo. Tutti i meccanismi automatici che abbiamo costruito durante la rivoluzione industriale sono stati costruiti pensando a quale sarebbe stato il loro scopo.
Per sviluppare un'algoretica dobbiamo chiarire in che senso si parla di valore. Gli algoritmi lavorano su valori di natura numerica, l'etica invece parla di valore morale. Dobbiamo stabilire un linguaggio che sappia tradurre il valore morale in qualcosa di computabile per la macchina. La percezione del valore etico è una capacità puramente umana. Lavorare valori numerici è invece abilità della macchina. L'algoretica nasce se siamo in grado di trasformare in qualcosa di computabile il valore morale. Ma nella relazione tra uomo e macchina il vero conoscitore e portatore di valore è la parte umana. La dignità e i diritti umani ci dicono che nella relazione tra uomo e macchina va protetto il primo. La norma fondamentale è quella che costruisce tutte le AI in maniera human-centered. A partire da questa grammatica di base possiamo sviluppare un nuovo linguaggio universale: l'algoretica.
Il problema è innanzitutto filosofico ed epistemologico. Le AI "funzionano" secondo schemi che connettono dati. Che tipo di conoscenza è questa? Che valore ha? Come va trattata e considerata? La domanda prima che tecnologica è etica, filosofica e teologica: nella misura in cui vogliamo affidare competenze umane, di comprensione, di giudizio e di autonomia di azione a sistemi software di AI dobbiamo capire il valore, in termini di conoscenza e capacità di azione, di questi sistemi che pretendono di essere intelligenti e cognitivi.
Oggi le Ai sono sviluppate in modalità market-driven o State-driven. Dobbiamo pensare altre modalità. La Chiesa può essere uno dei principali agenti di umanizzazione della medicina digitale di domani.
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