Dio ci cambia
sabato 11 maggio 2024
«Perfino da bambina Nan aveva sempre saputo che Dio non esaudiva le preghiere per le cose terrene, come un sacchetto di caramelle, o un paio di scarpe nuove. Dio esaudiva le preghiere che l’avrebbero aiutata ad aiutare gli altri. Dio non cambiava le circostanze della tua vita: Dio cambiava te. L’aveva visto succedere troppe volte per dubitarne. Aveva visto tanta gente percorrere nervosa la navata della chiesa di suo padre per accettare Dio davanti all’altare, e poi l’aveva vista trovare amici, bere meno, abbracciare di più i figli. Aveva assistito al potere trasformatore della chiesa, e sapeva che esisteva un Dio». In queste righe di Amatissimi (Fazi), romanzo opera prima di Cara Wall, narratrice americana, leggiamo una bellissima descrizione di cosa sia la preghiera da parte di Nan, la moglie del pastore Charles, uno dei due protagonisti. Una descrizione che brilla di significativa potenza spirituale, perché coglie nel segno il senso autentico (e da riscoprire) della preghiera: non un gesto che invoca un Dio potentemente risolutore delle proprie difficoltà, ma il modo con cui chiedere all’Assoluto di farci relativi rispetto agli altri e alla vita, abbassando le nostre pretese e disponendoci ad un’accoglienza attiva e partecipe dei fratelli. © riproduzione riservata
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