Allievo
mercoledì 18 settembre 2024
Come a molti bambini, mi è stata insegnata la bicicletta e il nuoto. Sono due avviamenti all’indipendenza, insegnano a muoversi da soli. Si apprendono senza maestri, con l’aiuto di un adulto che si dedica. Per la bicicletta si usavano le rotelle di supporto per mantenere l’assetto e impedire cadute. La persona che m’insegnò scelse di non usarle, dovevo imparare cadendo e superando il timore di cadere. Mi reggeva il sellino in partenza e mi lasciava andare. Cadevo, non ho imparato e non imparo alla svelta. Era vergogna arrendersi, vergogna la paura di cadere. Un bambino doveva imparare a pedalare. La bicicletta non era un giocattolo, era l’apprendimento a fare da solo. Era il primo lasciapassare per allontanarsi. Quel poco di aria in faccia era l’anticipo di ogni successiva libertà. Difficile e rischiosa, bisognava guadagnarla e comportava un po’ di vuoto intorno. Era una stazione di passaggio da un’età dell’infanzia a un’altra. Le prove affrontate consegnavano un invisibile diploma di abilità. Ogni apprendimento affrancava dall’inferiorità. Era un riconoscimento che aiutava a crescere, il verbo più importante dei bambini.
Non so se provai allora gratitudine per chi mi ha insegnato la bicicletta. So che non ho ricambiato, non ho trasmesso a un bambino quegli addestramenti. Sono rimasto allievo. © riproduzione riservata
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