Ulteriori sviluppi della vicenda della prof di Rovigo colpita con la pistola a pallini in classe sembrano confermare l’ipotesi che l’emergenza adolescenti sia affiancata e preceduta da un’emergenza adulti. Titolo del servizio di Laura Berlinghieri sulla “Stampa” (2/7): «Il padre del 14enne che “sparò” alla prof: “La denunceremo per danni morali”». Ne esce un quadro alla Rashomon, film di Akira Kurosawa vincitore del Leone d’oro a Venezia nel 1951, vicenda pirandelliana in cui la ricostruzione della verità risulta impossibile perché i protagonisti forniscono versioni diverse, persino i morti evocati dall’oltretomba.
Ci sono state le scuse dello “sparatore”, della classe intera, dei genitori? Confusione somma. Parrebbe che i genitori non abbiano ancora querelato la prof, né la prof la classe. “Giornale” (2/7): «Genitori pronti a querelare». Leggi la prima pagina di “Libero” (2/7): «Spari alla prof. E i genitori querelano lei» e sembra che la querela sia partita, ma vai a pagina 16 e leggi: «Ora è la prof a rischiare la querela»: rischiare, quindi siamo ancora agli annunci e alle minacce. Opportuno il commento finale di Giordano Tedoldi: «Constatiamo che da ottobre a oggi, tra la professoressa e i ragazzi, non ci sia stata nessuna evoluzione, nessun dialogo, insomma, nulla di educativo. L’una contro gli altri, muro contro muro. Si è perso del tutto l’oggetto del contendere, è diventato uno scontro di fierezze, di orgogli, di reputazione, di onorabilità. Che spettacolo pietoso». Segnali opposti. Sì, c’è un’emergenza adolescenti. Basta leggere nell’inserto “Salute” sul “Corriere” (27/) le tre pagine sui «Servizi per i ragazzi con disagio psichico».
Sì, c’è un’emergenza adulti come denuncia Elena Loewenthal sulla “Stampa” (3/7), prendendo le mosse dalla nuova tragedia della strada a Roma, con un altro Suv ipertrofico condotto da un ventenne che in un frontale disintegra l’utilitaria di una signora che rimane uccisa. «La colpa di quell’incidente è di quel genitore, ben più di chi si trovava alla guida dell’auto»; affidare quell’auto al figlio di 20 anni è «la negazione della genitorialità»; auto dell’azienda del genitore che un ventenne non può guidare. Adulti incapaci di responsabilità ma prigionieri del narcisismo. Titolo-epitaffio: «Incapaci di educare i nostri figli».
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