Di finire in testa alle classifiche a molti bambini capita solo quando a vincere è chi perde. Il primato della povertà educativa lo conquistano i bambini e i ragazzi che vivono in Sicilia e in Campania: significa che hanno poche o nessuna opportunità di studio e formazione che facciano crescere e fiorire le loro capacità, i talenti e le aspirazioni. Lo rivela l’ultimo rapporto di Save the children (che si legge
seiv de cildren e significa “salvate i bambini”), un’organizzazione che si batte in difesa dei diritti dei più piccoli: in Italia – questo raccontano i dati – ci sono profonde differenze tra Nord e Sud, ed è quest’ultimo a presentare le situazioni peggiori. L’ennesima dimostrazione che la povertà educativa è strettamente legata a quella economica: è sempre al Sud che si concentrano i bambini (che sono 1.045.000) che vivono in condizione di povertà assoluta, cioè che non dispongono di beni primari come il cibo, una casa, scarpe e vestiti. Ed è un serpente che si morde la coda: più povertà meno, possibilità di studio e di formazione; meno formazione e studio e meno possibilità di trovare un buon lavoro e di uscire dalla povertà.