Il Papa ieri nella Biblioteca apostolica per il Regina Coeli - Ansa
"Ci andrò, sicuro!". È la promessa che papa Francesco ha fatto ieri, al termine del Regina Caeli, agli abitanti della "Terra dei fuochi". "Oggi - ha ricordato - avrei dovuto recarmi ad Acerra, per sostenere la fede di quella popolazione e l’impegno di quanti si adoperano per contrastare il dramma dell’inquinamento nella cosiddetta Terra dei fuochi". Un incontro che l'emergenza Covid-19 ha sospeso ma non annullato, come ha sottolineato il Papa. "La mia visita è stata rimandata; tuttavia, invio al vescovo, ai sacerdoti, alle famiglie e all’intera comunità diocesana il mio saluto, la mia benedizione e il mio incoraggiamento, in attesa di incontrarci appena possibile. Ci andrò, sicuro!". Parole dette con tono convinto e accompagnate da un gesto che le rimarcava.
Francesco ci teneva molto a questa visita nella "terra dei fuochi", un dramma sul quale è più volte intervenuto, come conferma la data scelta, in coincidenza del quinto anniversario della Laudato si'. E dell'Enciclica ha parlato subito dopo il riferimento alla "terra dei fuochi", sottolineando che con essa "si è cercato di richiamare l’attenzione al grido della Terra e dei poveri". Ha poi annunciato che "grazie all’iniziativa del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, la “Settimana Laudato si’”, che abbiamo appena celebrato, sboccerà in un Anno speciale di anniversario della Laudato si’, un Anno speciale per riflettere sull’Enciclica, dal 24 maggio di quest’anno fino al 24 maggio del prossimo anno". Da qui l'invito a "tutte le persone di buona volontà ad aderire, per prendere cura della nostra casa comune e dei nostri fratelli e sorelle più fragili. Sul sito verrà pubblicata la preghiera dedicata a questo Anno. Sarà bello pregarla".
E da Acerra è arrivato il ringraziamento del vescovo Antonio Di Donna "per la sua speciale attenzione alle nostre terre, alle diocesi più colpite dall’inquinamento e alle sofferenze della gente". Le sue, ha aggiunto, sono "parole di ulteriore incoraggiamento a non abbassare la guardia di fronte al dramma ambientale, che rischia di passare in secondo piano in questo tempo di emergenza sanitaria da pandemia. Lo aspettiamo ancora e speriamo di vederlo presto". Per questo, ha assicurato Di Donna, "oggi come Chiesa di Acerra ci impegniamo a continuare a tenere ancora accesi i riflettori sull’inquinamento delle nostre terre e a risvegliare le coscienze", per una "operazione verità in dialogo con le Istituzioni", e giungere a quella che il Papa chiama "conversione ecologica".
Il vescovo di Acerra ha sottolineato che si tratta di un "impegno non solo nostro, ma comune ad altre nove diocesi del territorio compreso tra Napoli a Caserta", ricordando l'incontro del 14 gennaio a Teano al quale parteciparono più di 400 parroci e sacerdoti. Mentre proprio ad Acerra lo scorso 18 aprile avrebbe "tenersi un grande raduno dei vescovi italiani impegnati particolarmente per la difesa del creato nelle terre delle loro diocesi dove insistono siti inquinati di interesse nazionale", anch’esso rinviato a causa dell'emergenza sanitaria. A maggior ragione, ha aggiunto Di Donna, la promessa del Papa rappresenta "una nuova iniezione di fiducia e di speranza per riprendere questo impegno, per le famiglie, in modo speciale quelle dei bambini e dei ragazzi colpiti dalla malattia", perché, denuncia il vescovo, "nelle nostre terre si continua a morire per l’emergenza ambientale". L’ultima vittima, in ordine di tempo, il giovane acerrano Stefano Sorano, di soli 24 anni: dopo la sua morte Di Donna aveva ancora una volta invocato una "giornata in ricordo delle vittime dell’inquinamento perché non cadano nella dimenticanza". Il programma della visita del Papa prevedeva proprio un incontro con le famiglie di alcune di queste vittime. Ma anche con i vescovi, parroci e sindaci dei Comuni di quei territori tra Napoli e Caserta. Incontro solo rinviato. E Di Donna rinnova il suo appello, ancor più forte in questa difficile fase di ripresa, affinché "venga fatta finalmente verità nei nostri territori garantendo uno sviluppo vero alle nostre terre, che ponga al centro l’uomo, il suo sviluppo integrale, compatibile con la fondamentale e originaria vocazione agricola, archeologica e turistica".