L'apertura della Porta Santa da parte di papa Francesco l'8 dicembre 2015
Una porta che rievoca il dramma della seconda Guerra mondiale
La Porta Santa della basilica di San Pietro che domani 20 novembre alle 10 papa Francesco chiuderà ufficialmente è la stessa utilizzata da Pio XII per l’inaugurazione dell’Anno Santo del 1950. In realtà il rito di apertura di quel Giubileo avvenne il 24 dicembre del 1949. Si tratta ancora oggi di un’opera d’arte che rievoca il dramma della seconda Guerra mondiale e il ruolo di papa Pacelli come Pastor Angelicus e autentico difensore della pace in un’Europa appena uscita dalla tragedia dei conflitti.
La storia del portale dono della Svizzera cattolica
Nel 1949, quattro anni dopo la fine della seconda Guerra mondiale e ormai agli albori della Guerra fredda, il vescovo di Basilea e Lugano, Franz von Streng, insieme ai suoi fedeli donò al papa Pio XII le nuove valve bronzee della Porta Santa, che sostituirono le precedenti, in legno, inaugurate da Benedetto XIV (il bolognese Prospero Lorenzo Lambertini) nel 1748. L’iniziativa del vescovo von Streng, in carica dal 1936 e che sarebbe stato successivamente fra i padri del Concilio Vaticano II, fu motivata dalla volontà di ringraziare Dio per aver risparmiato alla popolazione svizzera gli orrori del conflitto mondiale appena conclusosi. In una iscrizione incisa sul retro dell’anta di sinistra si legge infatti: E bellorum flamis / patria feliciter servata / servatori Deo / devotus / Pio XII Pont. Max. / populorum pacis sequestro / gratus / Franciscus de Streng / Basileen. ac Luganen. Episc. / cum fidelium suorum grege / huius Portae Sanctae valvas / A. Iubilaei Maximi MCML / D.D.” (Francesco de Streng, vescovo di Basilea e Lugano, essendo stata felicemente risparmiata la sua patria dalle fiamme delle guerre, devoto a Dio che la preservò, grato a papa Pio XII mediatore di pace tra i popoli, insieme ai suoi fedeli donò le valve di questa Porta Santa nell’anno giubilare 1950).
Un'opera d'arte realizzata dallo scultore toscano Vico Consorti
All’inizio del gennaio 1949 lo scultore toscano Vico Consorti,soprannominato “maestro degli usci” o “Vico dell’uscio” per le varie realizzazioni di porte celebrative, ricevette la committenza della Porta Santa da monsignor Ludwig Kaas, amico personale di Pio XII e già membro di giuria nel concorso per la Porta di San Pietro. Il tema da rappresentare fu indicato dalle parole dello stesso Pontefice: che il Giubileo del 1950 – Anno Santo del dogma dell’Assunzione e delle canonizzazioni di Maria Goretti e Domenico Savio, ma anche delle polemiche per le possibili speculazioni politiche e commerciali sul Giubileo – fosse «l’anno del gran ritorno e del gran perdono, nella misura almeno che l’età nostra è stata, anche nel recente passato, epoca di apostasia e di colpa», come proclamato nel radiomessaggio del 23 dicembre 1949, riprendendo la preghiera pontificia del Natale dell’anno precedente.
Un particolare della Porta Santa realizzata nel 1949 dallo scultore Vico Consorti - Roland Fischer
Un manufatto realizzato in soli 11 mesi
Realizzata in solo undici mesi, la Porta Santa fu inaugurata la vigilia di Natale del 1949. Nel suo discorso ai rappresentanti delle arciconfraternite e confraternite dell’Urbe, pronunciato in occasione della cerimonia di apertura del Giubileo, Pio XII sottolineò come «le valve di bronzo, che abbiamo testé benedette, lodano con accento commovente le magnificenze della misericordia di Colui che è venuto a cercare ciò che si era perduto. La misericordia del Signore non si è stancata e il suo braccio non è divenuto troppo corto per salvare. Nessuno è escluso dalle sue promesse, né dalla soavità delle sue consolazioni».