“Rimanete nel mio amore. Questo è il consiglio che Gesù dà ai suoi prima di morire, prima di soffrire. Ed è anche il consiglio che dà a noi, a ognuno di noi”. Papa Francesco inizia la sua omelia della Messa alla parrocchia del Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, attingendo al Vangelo di questa sesta domenica di Quaresima che narra del discorso di gesù ai discepoli prima di andare nell’orto degli ulivi e di incominciare la sua passione.
Francesco ritorna quindi sulle parole di Cristo, “rimanete nel mio amore. Non andate fuori del mio amore”, per riflettere sul vero significato dell’amore che si può cogliere da “quello che Gesù ha fatto per noi”: Vogliamo pensare a cosa è l’amore? “Ah, sì, ho visto un telefilm sull’amore, era bello… E quella coppia di fidanzati, sì… E poi, ma… è finita male, peccato!” Eh? Quante volte… Non è quello che dicono nel film. L’amore è un’altra cosa. L’amore è prendersi carico degli altri. L’amore non è suonare violini, violini, lì, tutto romantico, no? No… L’amore è lavoro. Pensate a quante di voi siete mamma; e come quando i bambini erano piccolini, come amavate voi i vostri bambini? Con il lavoro. Prendendovi cura di loro. Che piangevano… allattarli; cambiarli; questo, quell’altro… È lavoro. E l’amore sempre è lavoro per gli altri. Perché l’amore si fa vedere nelle opere, non nelle parole.
“L’amore è nelle opere”, ribadisce ancora il santo padre esortando tutti ad interrogarci su cosa faccio per gli altri: Ognuno degli ammalati del quartiere si chiede: “Cosa fai per me?” Nella nostra famiglia, se tu ami i tuoi figli, siano piccoli, grandi, i genitori, anziani, tu li ami? Cosa fai per loro? Sempre per vedere com’è l’amore, va detto: cosa faccio? Io amo? Cosa faccio?
Francesco ricorda così che il vero amore si apprende da Gesù: Nella Seconda Lettura c’è una frase che può aprirci gli occhi: l’amore sempre è primo. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi, che ha mandato il Suo Figlio. In questo sta l’amore.
Prima di concludere l’omelia Francesco offre una ulteriore indicazione per restare nell’amore: Se questa parrocchia riuscisse a non parlare mai male degli altri, ma sarebbe da canonizzare, eh? Pensate questo. E almeno, io l’ho detto altre volte: fate lo sforzo di non sparlare sugli altri. “Ma padre, ci dia un rimedio per non parlare degli altri”. È facile, eh? È alla mano di tutti. Quando ti viene la voglia di parlare male degli altri, morditi la lingua! Si gonfierà eh? Ma sicuro che non parlerai più.
Subito dopo l’omelia il Papa ha amministrato il Sacramento della Confermazione alla dodicenne Maya
, affetta da una malattia mitocondriale, e alla mamma Paola Desideri. Un momento molto toccante e atteso da tutta la comunità parrocchiale, che ha salutato i gesti del Pontefice con caloroso applauso. Maya e Paola hanno infatti ricevuto la Cresima dalle mani di Papa Francesco. La bambina non riesce parlare e ad esprimersi ma grazie all’amore della madre ha dimostrato un grande attaccamento alla vita, sebbene fatica a compiere tutte quelle azioni che servono alla sopravvivenza. Il loro silenzioso cammino di fede è considerato una risposta coraggiosa alla società dello scarto che colpisce i più deboli. Il Papa dopo la Messa, sul sagrato della chiesa, ha impartito la benedizione a quanti non hanno trovato posto all'interno e ha rinnovato l’invito a pregare per lui e a “rimanere nell’amore”.